Questa "favola onirica", elaborata per lunghi anni dall'autore nella forma desueta del poemetto, esprime soprattutto lo strazio dell'io-poeta, esule dall'amata Ungheria e viandante in una Terra sempre più prosciugata di energia. Lo stesso poeta si incarna nel guerriero Vayk della tradizione magiara per combatterre la morte; sarà il padre Csaba a sostituirsi a lui nella discesa agli Inferi, dove Torquato Tasso ed Ezra Pound si cercano vanamente tra le ombre. Il poemetto si chiude con un dolente consummatum est: deposto dalla croce, il poeta è accolto dalle braccia pietose della madre, divenuta dopo la morte una dea delle origini.
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Anno edizione:2005
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