Le tre del mattino

"Balikwas. Una parola tagalog, la principale lingua delle Filippine. Significa qualcosa come: saltare all'improvviso in un'altra situazione e sentirsi sospeso, come cambiare il proprio punto di vista, vedere cose che credevamo di conoscere in modo diverso" Capita a chiunque, almeno una volta nella vita e ad Antonio è successo durante il soggiorno a causa della sua "condizione" a Marsiglia. 48 ore vissute intensamente. Tra panorami mozzafiato, lunghe promenades, caffè ed alberghi, racconti e silenzi, Antonio ha avuto modo di conoscere l'uomo nascosto dietro la figura del professore di matematica, che da allora gli ha riempito il cuore d'orgoglio: suo padre.

Un formato degno di una notte all'insegna della formazione. Un rapporto padre-figlio intervallato dalla presenza di uno spettro di nome epilessia. Uno sfondo romantico in quel di Marsiglia e gli anni Ottanta nel loro pomeriggio inoltrato. Senza sonno, senza pace, senza certezza. Un ulteriore prova di destrezza letteraria e un nuovo colpo di scena vitale fnale.

Adoro Carofiglio, specialmente quando ambienta i suoi romanzi a Bari o comunque in Puglia, perché riesce a dare alla narrazione delle pennellate molto vivide che ti fanno sentire davvero lì a due passi dal mare pugliese. Quando quindi ho letto dalla copertina che per una volta la scena si spostava in Francia sono inizialmente rimasto un po’ deluso, ma mi sono subito ricreduto già dalle prime pagine di questo splendido romanzo. La scrittura dell’autore anche qui mi ha catapultato nella Francia di trent’anni fa, e mi ha emozionato come se stessi vivendo tutte le avventure dei due protagonisti lì assieme a loro. Bellissimo!