Un buon saggio sulla cancel culture e sull'opportunità o meno de definire il classicista del futuro.
Tutte storie di maschi bianchi morti...
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Davvero la cancel culture ha messo nel mirino il greco e il latino perché capisaldi di una cultura patriarcale e razzista? Davvero negli Stati Uniti si chiudono dipartimenti e si smette di studiare l’antichità perché sono solo storie di maschi bianchi morti? E se non è così, cosa mette a rischio lo studio di quelle che fino a poco tempo fa venivano considerate le nostre radici, ovvero la cultura greco-romana?
Negli ultimi anni il tranquillo mondo delle discipline classiche è in subbuglio. Annibale è alle porte? Non proprio: questa volta il nemico sembrerebbe arrivare da oltre le colonne d’Ercole. Dagli Stati Uniti, infatti, giunge la richiesta di una radicale messa in discussione di questo campo, che affronti innanzitutto quelli che sembrano essere i suoi due maggiori limiti. Il primo è il ruolo che lo studio del mondo antico avrebbe svolto al servizio dell’idea che i valori della società bianca occidentale siano superiori agli altri e, di conseguenza, vadano diffusi anche con la forza. Il secondo è di tipo demografico: questi studi sono stati e sono sostanzialmente nelle mani di uomini bianchi in giacca di tweed, mentre le altre minoranze sono fortemente sottorappresentate. Spalancare le porte favorirebbe la nascita di approcci nuovi, necessari a liberarsi di queste ‘colpe’. È questo un invito, un gentile consiglio? In realtà è più un’offerta che non si può rifiutare. Il problema, però, è che mentre si discute, gli studi classici rischiano di essere espugnati anche da questa sponda dell’oceano. Sì, ma da chi? Da un fantomatico uomo nero che viene da oltreoceano oppure da qualcosa di molto più vicino a noi?
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Autore:
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Salvatore 19 dicembre 2022Interessante
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gigateo 04 novembre 2022Non mi ha convinto
Doveva capitare prima o poi in questa collana di beccare la "nota stonata" o, meglio, il volume a me meno congeniale e, da appassionato di storia contemporanea, mi è capitato con questo libro incentrato sugli studi classici. Anche se il contesto è l'attualizzazione di tali studi, la prospettiva eccessivamente USA centrica me lo hanno fatto apparire distante e poco coinvolgente. Certo, passati i primi due capitoli di "premesse" sulla decolonizzazione dell'antichistica, si riprende un po' respiro ma, secondo me, manca un po' il bersaglio del fact checking, per perdersi in (interessanti per carità) digressioni sul sistema scolastico ed universitario italiano e le sue riforme. Beh, uno su nove è un'ottima media e continuerò certamente ad acquistare e leggere le prossime uscite.
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