Il vento gelido che soffia dalla Siberia e raggiunge la steppa sconfinata della Mongolia, un freddo che ghiaccia le lacrime e congela le palpebre. Un paese sospeso fra tradizione e modernità, il netto contrasto fra la popolazione nomade che vive di pastorizia e i palazzi moderni della capitale, Ulan Bator. Le donne sono le voci narranti di questo romanzo, meraviglioso e forte come solo una saga familiare può esserlo Magi, Dzaja, Nara e Ojuna sono sorelle, nate in condizioni differenti, la prima e l’ultima sono di pura razza mongola, le altre due sono invece delle bastarde: Dzaja è nata dall’amore proibito fra la madre, Alta, e un cinese della Mongolia interna mentre Nara è frutto della violenza di un russo. Questa condizione influirà pesantemente sul destino delle ragazze. Da una parte chi continuerà a seguire le tradizioni di famiglia e i valori che si tramandano di generazione in generazione si ritroverà imprigionata in una vita ordinaria e alienante. Invece il desiderio di essere libera e di emanciparsi, porterà Dzaja e Nara a vivere nella capitale ed entrambe si scontreranno con la dura realtà di dover sopravvivere e difendere la propria dignità. Gli anni che passano, la mentalità che cambia, i tempi che mutano, in fondo fra ciò che ha vissuto Alta, la nonna e l’esperienza di Dalgorma, la nipote, figlia di Dzaja, ci sono poche differenze. La storia si ripete, il sogno d’amore e il desiderio di libertà di una donna si scontrano con la prepotenza e la violenza di un uomo che si ritiene padrone assoluto del destino di entrambi.
Tutto questo mi appartiene
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Alta, la madre, Dzaja, Nara, Ojuna, le figlie, e Dolgorma, la nipote. Cinque donne, cinque destini, cinque voci narranti che ci accompagnano nella loro storia famigliare, dalla steppa sconfinata e sterile della Mongolia alle luci ingannevoli e seducenti della città, dalle tradizionali tende ai prefabbricati della capitale. Dzaja è nata dalla passione di Alta per un cinese della Mongolia interna, Nara dalla violenza subita da un commerciante russò. Figlie illegittime, e quindi di razza mista e impura, vivono nell'emarginazione sopportando derisioni e ingiustizie. Fino a quando un drammatico incidente le porterà a lasciare le Montagne Rosse per trasferirsi a Ulan Bator, sotto la protezione della zia, scoprendo troppo tardi che la donna ha da offrire loro solo un lavoro nel bordello che dirige. Nara si troverà a suo agio nella nuova condizione, mentre Dzaja vivrà nella speranza di riscattarsi, anche per proteggere sua figlia Dolgorma, avuta da uno dei clienti. Ojuna, l'unica figlia di stirpe pura, rimarrà con i genitori, perpetuando, tra orgoglio e frustrazione, i valori e i modelli che fin da piccola le sono stati inculcati. Una saga sullo sradicamento di chi è costretto a piegarsi sotto il peso della realtà, tradendo le proprie radici e le proprie tradizioni, sebbene siano l'unico appiglio per non perdere la propria identità. Una storia di amore e passione, di segreti e tradimenti, di tragedie e speranza, in cui la sconfitta non cancella la forza di andare avanti, nonostante tutto.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2012
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Stefania 13 aprile 2025Una saga femminile intensa
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