Dopo la prima saga di successo de “Le cronache del Mondo Emerso”, dove l’autrice pagava lo scotto dell’inesperienza, si è passati alle “Guerre del Mondo Emerso”, maggiormente ricco di azione ma con molti, troppi, punti in comune con la prima creazione della Troisi, ma grazie a “Le leggende del Mondo Emerso” si può dire che Licia Troisi ha raggiunto una eccellente maturità come scrittrice.
Si apre esattamente dove si era arrivati, ovvero Adhara e Amhal scaraventati in un posto sconosciuto. La storia procede lesta senza soffermarsi troppo, anche se si sente una leggera ripetitività quando l’autrice si diverte a inserire continue descrizioni della sconosciuta vegetazione presente, e il viaggio di Adhara regala gradevoli sorprese e nutriti risvolti inaspettati, continuando così in modo gradevole la sensazione di originalità che permea la serie, nella fase intermedia si ritrova qualche fantasma del passando facendo tornare ancora una volta qualche sapore di Déjà vù , ma nel complesso regala ancora buone idee e anche un paio situazioni inaspettatamente violente a livello fisico e psicologico. La pecca sta nel finale, sembra arrivare inaspettatamente veloce e allo stesso modo si sviluppa, regalando scorrevolezza al tutto ma allo stesso tempo si nota come una fattura più superficiale che nel resto dell’opera.
Piccola nota va fatta allo stile di scrittura della Troisi, mai così confuso, soprattutto nell’uso della punteggiatura. Spesso l’abuso della virgola rende confuse le frasi e necessitano una rilettura.
Come libro in sé non andrebbe molto oltre la comune sufficienza, regala in modo alternativo parti interessanti e originali a fasi di stanca, e troppo spesso si cura dei sentimenti strizzando eccessivamente l’occhio al pubblico femminile (cosa che nei primi volumi era sensibilmente meno presente) ma chiude eccellentemente la trilogia, originale e forse la meglio riuscita, e l’intera saga del Mondo Emerso riunendo tutti gli eventi ed i personaggi in modo naturale e riuscito.
P.S. La mano di Adhara, metallica con all'interno un magnete con il quale afferrare le armi, è chiaramente una citazione a Gatsu e Berserk di Kentaro Miura, opera alla quale ha detto più volte di essere legata.
