Fred Vargas ci sa fare. Lo conferma anche in questo giallo che vira ferocemente sul noir. I personaggi hanno uno spessore tangibile ed affascinante a partire dal commissario Adamsberg, un uomo davvero degno di nota. Un carattere particolarissimo, un circuito mentale tutto suo e tutto da scoprire, che vive di intuizioni e di inafferrabili sensazioni che si nascondono dietro particolari all'apparenza insignificanti. Una lettura piacevolissima, ma allo stesso tempo intensa.
L' uomo dei cerchi azzurri. I casi del commissario Adamsberg
Da quattro mesi i marciapiedi di Parigi riservano una sorpresa apparentemente innocua: grandi cerchi blu tracciati con il gesso, e al centro una serie di oggetti stravaganti: un trombone, una pinzetta, un vasetto di yogurt, una candela... I giornalisti indagano per sfamare l'interesse dei lettori e gli psicologi si dividono tra chi grida al maniaco, e chi ipotizza la burla. Adamsberg, però, non trova nulla di divertente nell'escalation dei cerchi: la sua fine psicologia di conoscitore del male gli lascia intuire che dietro l'apparente stramberia si nasconde qualcosa di morboso. E ben presto i fatti gli danno ragione: un'altra alba e un altro cerchio su un marciapiede, ma stavolta, al centro esatto, un corpo di donna. Parte così una corsa contro il tempo per fermare un assassino del quale si ignora letteralmente tutto.
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UOMO DEI CERCHI AZZURRI. I CASI DEL COMMISSARIO ADAMSBERG (L`) di VARGAS FRED
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Collana:
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Anno edizione:2012
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Formato:Tascabile
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Adamsberg è un commissario un po’ strampalato che ha difficoltà a indagare. Ha un metodo d’indagine che non è un metodo. Non segue una linea deduttiva né si mette alla ricerca di una soluzione: attende che questa arrivi, e nel frattempo si perde nelle sue elucubrazioni. Pensa di non riuscire nella ricerca prima ancora di iniziarla rendendosi subito ai nostri occhi tutt’altro che infallibile. La sua risposta preferita è “non lo so”. Un uomo simile sa di avere un grosso limite, e di conseguenza cerca un alter ego che lo supporti e lo aiuti nelle indagini. Il prescelto è Danglard, un uomo molto fragile, dedito all’alcool ma dalla mente ordinata e con delle conoscenze quasi enciclopediche. Lo stile del commissario è semplice, così come quello del romanzo. E’ proprio questa semplicità che permette al lettore di seguire facilmente i personaggi lungo le strade parigine. La trama gialla è però a mio parere penalizzata dalla mancanza di personaggi e da una certa schematicità: vista la scarsità di possibili colpevoli, svelare il mistero non è poi così difficile. E' il primo libro della Vargas che leggo, ma devo dire che mi ha un po’ deluso. Forse questo non è il suo libro migliore. Il finale è inatteso ma banale ed abbastanza improbabile. Il commissario Adamsberg è tratteggiato approfonditamente con lunghe descrizioni piuttosto noiose. Buona invece l'idea dei cerchi azzurri e degli omicidi collegati.
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