I recenti conflitti legali tra i gestori delle acque Rocchetta e la comunità di Gualdo Tadino, ancora una volta richiamano alla modernità e attualità degli usi civici. Le norme che da essi si emanano, scritte a tutela delle popolazioni più povere che vedevano in esse forme consistenti di sostentamento e completamento delle proprie risorse economiche, sono state cancellate o disapplicate da accordi a volte "scellerati" tra chi quei diritti doveva difendere e estendere (l'Ente pubblico) e le legittime aspirazioni al profitto di compagnie multinazionali senza alcun collegamento con la storia dei territori. Il libro di Giuliana Pesca ha il merito di farci conoscere e ricordare, partendo dalla realtà di un piccolo territorio del reatino, che l'esercizio dei diritti essenziali su beni demaniali o di privati è sopravvissuto in tantissime parti d'Italia (soprattutto del Centro), seppur quasi ovunque ignorato. Alle comunità il compito di riscoprirli e riappropiarsene, in quel patto intergenerazionale teso a salvaguardare e difendere a vantaggio dei futuri cittadni e fruitori.
Gli usi civici nel Reatino alla fine dell'Ottocento. Biblioteca del Centro Studi «Mario Pancrazi»
Il lavoro di Giuliana Pesca, elaborato dopo aver compulsato, con sicuro e sapiente metodo scientifico, una grande mole di documenti (censimenti, relazioni e questionari della Cattedra di Agricoltura e del Comizio Agrario, della Camera di Commercio, allegazioni e sentenze di procedimenti giudiziari, perizie demaniali ed atti del Commissariato degli usi civici di Roma, dati desunti dall'Inchiesta Iacini, nonché da numerosa letteratura di merito), ricostruisce le vicende storiche degli "Usi Civici nel Reatino alla fine dell'Ottocento". Il lavoro si snoda dalla descrizione del territorio e delle dinamiche demografiche e migratorie alle caratteristiche colturali delle varie zone agricole, per poi individuare le dimensioni e la distribuzione della proprietà privata, quella degli enti (Opere Pie e Culti), approdare alla individuazione della dislocazione e varietà degli usi civici, per valutarne l'importanza e l'attualità, e chiudersi con la disamina della complessa vertenza, conclusasi con la sentenza della Giunta d'Arbitri, emessa il 19 settembre 1904, tra il Barone di Collalto ed il Comune di Collegiove, che, dalle operazioni demaniali previste dalla legge fondamentale del 1927, tra alterne vicende, che hanno visto spesso anche la popolazione entrare in contrasto con l'amministrazione locale, riesce a scongiurarne l'effetto liquidatorio e vedere riconosciuti i diritti essenziali della popolazione "che il Regolamento per la gestione del diritto di uso civico di pascolo e di legnatico, approvato dalla Giunta Comunale e in vigore per il 2015, tutela ancora oggi, seppur esercitati con modalità diverse rispetto alla tradizione". Non si tratta né di storia antiquaria né di storia monumentale: si tratta di pagine di storia critica, tesa alla comprensione della complessità di fenomeni economici, sociali, civili e delle loro cause profonde. Un lavoro che apre più di una pista di ricerca.
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Anno edizione:2020
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In commercio dal:15 giugno 2020
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