E' un pamphlet gustoso, agevole e che tratteggia una carrellata di aneddotica, sapientemente articolata, in sette, per quanto brevi, macrosezioni, delle quali il titolo rappresenta l'esempio sublimato. La narrazione agile e concreta, sempre accattivante e sorprendente, disseziona il mondo dell'arte, dalla concettualità stessa di valore artistico, sino alla rappresentazione plastica (ma anche canzonatoria) della giustizia, passando per i limiti (più e meno ragionevoli) della censura, l'emulazione, la falsificazione, la truffa e la rapina, ma anche, recuperando un'impronta più giuridica, i meccanismi sottesi alle case d'asta, alla tutela dell'artista, del mecenate, del collezionista e anche, perché no, dell'osservatore, dello spettatore, del semplice fruitore, che col suo sentir comune è sempre stato in grado di orientare l'arte stessa. In fondo (ma neppure tanto), la proverbiale ubiquità del diritto ben s'attaglia con il mondo dell'arte, con cui ha spesso avuto una relazionalità dialogica, a tratti monologica, tra promozioni, esaltazioni, censure, ostacoli, limitazioni e rideterminazioni periodiche dei parametri espressivi, bilanciamenti: tra opposte libertà, tra confliggenti sensibilità, tra differenti esigenze, sociali, politiche ed economiche. Se il diritto disciplina, l'arte, dal canto (rectius, tratto) suo, non ha certo taciuto: celebrativa del potere, temporale e/o spirituale, o, per converso, canzonatoria, ha raffigurato, nei secoli, il mondo della giustizia, benda sugli occhi e spada in mano, anche in alcune delle sue più emblematiche implementazioni. Diritto e arte sono, nella sostanza, più connessi di quanto si possa intuitivamente immaginare; rappresentano facce della stessa medaglia, quella della libertà, per quanto il loro rapporto sia intrinsecamente connaturato da una asimmetria strumentale: è più pericoloso, per tutti, imbavagliare, che caricaturare.
Il Van Gogh di Liz Taylor. Falsi, furti e potere: le regole del mercato dell'arte
Nel 1963, mentre viveva a Londra con Richard Burton, Liz Taylor acquistò all’asta da Sotheby’s un van Gogh che negli anni Trenta era appartenuto a una collezionista tedesca. Gli eredi, negli anni Novanta, citarono l’attrice hollywoodiana reclamando il quadro e sostenendone l’illegittima confisca da parte del regime hitleriano. La Corte diede ragione a Liz Taylor. Di storie come questa il mondo dell’arte ne nasconde a decine. L’autore, esperto di diritto e appassionato d’arte, si è qui divertito a raccoglierne e raccontarne diverse, come fossero capitoli di un unico legal thriller che si dipana tra botteghe di pittori, gallerie di collezionisti e corti dei tribunali, accompagnando il lettore alla scoperta dei risvolti meno noti di questo universo. Che cosa è arte secondo la legge? Che cosa la distingue da altri prodotti dell’ingegno? Quali sono i meccanismi della censura e quali le regole del mercato? Come funzionano le aste? E, ancora, storie di falsi, furti e sottrazioni illegittime, ma anche di graffiti realizzati nottetempo. Fino a chiedersi come attraverso i secoli si sia distinta l’arte «ufficiale», naturalmente volta a riconoscere e celebrare il potere, da quella che ha saputo essere più critica e sovversiva.
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Anno edizione:2024
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Jack_Alone 07 maggio 2024
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