Variazioni invariabili
Può la poesia abbandonare la costruzione/costrizione di stilemi costruiti nel tempo o mutare il canto in sequenze d'immagini che si trasformano in parole accompagnate da suoni? Leggendo questo singolare lavoro di Guido Signorini, concepito come adattamento teatrale dove prosa e poesia si fondono in assenze, tra versi disuguali ed espressioni introspettive, tra una memoria cesellata di inganni ed un fantasticare che sa di trascendenza, la risposta va certamente nella direzione di un positivo assenso. Ecco allora che le cornici (i movimenti che introducono le varie sezioni) diventano il primo interrogativo di una proposta che l'autore definisce "Aperta", una Babele di segni e suoni dove il fine si confonde con il mezzo, dove l'intuizione si dirama in sentieri diversi, come le voci che ascoltano, come le parole che scorrono.
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Anno edizione:2014
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