L'autore con la sua prosa semplice, chiara e delicata descrive la storia di Nicola dalla sua nascita in un piccolo paese pugliese al trasferimento al nord, a Torino, nella speranza di un lavoro e un futuro migliore, per poi far ritorno alla sua amata terra...Ma è anche una storia di difficoltà e sofferenza, di sogni e speranza, di scelte sbagliate dovute all'ingenuità e alla fiducia mal riposta nelle persone, e di riscatto, il ritrovare se stesso, la sua indole, i suoi sogni.. La sensibilità dell'autore lascia molto spazio alla magia della natura, al mare, agli alberi, al vento e riporta alla memoria la vera storia di Ciriaco Saldutto, un giovane di 15 anni, originario del sud dove era sempre stato felice e ben accetto da tutti, "costretto" per esigenze di lavoro dei genitori ad emigrare con la famiglia al nord (sempre Torino).. In questa città di adozione avrà molta difficoltà ad inserirsi, soprattutto a scuola dove non comprende il linguaggio degli altri, dove non è tutelato dagli insegnanti e dove viene deriso dai compagni. Il giorno dello scrutinio, a seguito di una bocciatura, si suiciderà'... Ma può considerarsi suicidio o sarebbe più corretto parlare di omicidio per il ruolo che le istituzioni avrebbero dovuto svolgere per la tutela del ragazzo?.. Infine è la storia di troppi abbracci mancati e baci non dati nella vita di Nicola.. Nel raccontare la storia di Nicola l'autore riporta eventi realmente accaduti in una ricostruzione storica precisa e attendibile. Avevo già conosciuto Nicola ne "L'ombra del carrubo", il romanzo precedente di Marcello Loprencipe e, anche in quel caso sebbene sia difficile scegliere per la bellezza del libro, il capitolo dedicato a Nicola, l'ultimo venditore di ghiaccio nel paese pugliese degli anni '60, mi aveva affascinato molto.. Non posso che consigliarlo..
