Wu Ming 1 è riuscito a scrivere un libro che vuole essere sia un saggio di approfondimento, sia la storia di un conflitto, sia il racconto di 25 anni di resistenza popolare. Riesce in tutti i suoi intenti e lo fa con un libro corposo ma ben leggibile. Ci riesce perché l'autore non è egli stesso, bensì il movimento contro il tav in Val Susa nel suo insieme. E' il movimento stesso che è riuscito col tempo a creare un immaginario, un senso di comunità, una capacità di risposta alle accuse che oggi, in questo testo, possiamo ritrovare in tutta la sua bellezza.
Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte No Tav
In Italia molti comitati e gruppi di cittadini resistono a grandi opere dannose, inutili, imposte dall'alto. Tra questi, il movimento più grande, radicale e radicato è senz'altro quello No Tav in Val di Susa, all'estremo occidente del Paese, fra Torino e il confine con la Francia. Un movimento che da venticinque anni sperimenta forme nuove - e al tempo stesso antiche - di partecipazione, autogestione, condivisione. Perché proprio in Val di Susa? Per più di tre anni Wu Ming 1 ha cercato la risposta a questa domanda. Si è immerso nella realtà del movimento No Tav, partecipando a momenti-chiave della lotta, intervistando decine di attivisti, incrociando storia orale e fonti d'archivio, contemplando la valle dall'alto dei suoi monti. "Un viaggio che non promettiamo breve" è il risultato di quel lavoro. La voce del narratore ci fa passare dal romanzo di non-fiction alla chanson des gestes, dall'inchiesta serrata alla saga popolare di ispirazione latinoamericana, con omaggi a Gabriel García Márquez e al "Ciclo andino" di Manuel Scorza. Dopo "Point Lenana", una nuova opera-mondo sulle montagne, il territorio e il conflitto.
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Anno edizione:2016
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PAOLO PUGLIESE 05 dicembre 2017
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