Ludovico fa “il giro del mondo” non solo fisicamente arrivando a toccare Olanda, California, Thailandia ed Iran in particolare, ma anche dentro se stesso, nella sua anima, dove questo “giro del mondo” assomiglia sempre più ad un “giro tondo”; il suo viaggiare dà un senso alla sua vita, ma solo per poco. Finito il viaggio si torna sempre al punto di partenza, con la sensazione di un continuo “girare a vuoto”; perché cosa realmente vuole Ludovico è raggiungere la sua meta, trovare l’altra metà della mela, la Lei con cui condividere le sue passioni. Questi due lati sono descritti molto bene dall’ autore. La lettura scorre molto bene tra il viaggio, dove ogni angolo è descritto nei dettagli, nei particolari, in uno scatto fotografico, ed questo pensiero costante che riaffiora, malinconico, la continua ricerca di lei. Nel leggere il libro è stato spontaneo empatizzare con il personaggio e chiedersi, ad ogni cambio di valigia, ad ogni cambio di amici, di posto, di sfondo, riuscirà Ludovico a trovarla? A chiudere il cerchio? Io ho tifato per lui. A me è piaciuto. Maria Anna Haag
