Non è solo il racconto della carriera di Benji & Fede: è una vera e propria lettera aperta a tutti i giovani che inseguono un sogno. In queste pagine, i due artisti si raccontano con sincerità e umiltà, ripercorrendo gli inizi difficili, i momenti di crisi, ma anche le piccole e grandi vittorie conquistate con passione, dedizione e tanta voglia di non mollare. Il linguaggio è diretto, fresco e autentico — proprio come loro. È facile immedesimarsi nelle loro insicurezze, nelle porte chiuse in faccia, nelle ore passate a scrivere canzoni e a bussare alle opportunità. Non mancano aneddoti divertenti, retroscena del mondo musicale e messaggi forti su quanto sia importante credere in se stessi anche quando nessuno ci scommette. Il titolo è un manifesto: vietato smettere di sognare è più di un consiglio, è un'esortazione. Una spinta gentile per chi si sente perso o scoraggiato.
Vietato smettere di sognare
Inizia tutto alle 20:05 di una sera qualunque nel dicembre 2010: Federico, un ragazzo di Modena con la fissa per la musica, ne contatta su Facebook un altro, Benjamin, proponendogli di fare un duo. Al momento Benjamin non prende la cosa troppo sul serio perché sta per trasferirsi in Australia. Ma, nonostante la distanza, prende vita attraverso i social network una grande amicizia fondata su un'eccezionale intesa artistica e sulla voglia di coltivare insieme un sogno comune. Nasce così Benji & Fede, la band italiana che ha conquistato orde di fan, ottenuto un contratto con Warner Music, pubblicato un album che in soli quattro mesi li ha portati dalle loro camere al disco di platino.
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Autore:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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lu 25 luglio 2025sogno
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chicca 19 aprile 2022bellissimo
ottimo regalo per chi ama il duo!!!
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Mi chiedo il motivo per cui un autore storicamente importante come Feltrinelli pubblichi un libro di tale inconsistenza: due mocciosi che cantano pop di qualità assai scadente e banale diventati idoli delle ragazzine. Mai la Musica è stata più calpestata e utilizzata come mezzo per guadagnare facilmente soldi, per cui non meravigliamoci se in Italia l'ignoranza musicale è sempre più diffusa e persistente. Due cani come questi dovrebbero andare a pulire le toilettes in stazione, anzichè registrare tali cosucce. Fosse per me, introdurrei sei ore alla settimana di Musica nella scuola per contrastare l'analfabetismo musicale. Saluti. MT
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