Iniziandolo non lo avrei ma detto, ma dopo averlo finito posso dire con certezza che è il libro più bello letto finora quest’anno.
Villa del seminario
Libro presentato da Paolo Petroni nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023
Una storia d’amore, riscatto e Resistenza.
«Costruito attraverso una lingua sognante che impasta emozioni e sentimenti accanto ai riflessi gergali del territorio, come è nello stile di Naspini fino a definirne una delle preminenti caratteristiche narrative, Villa del seminario è un romanzo potente e indimenticabile che attraverso una piccola storia indaga una delle pagine più tragiche del '900, le molte complicità che resero possibile quei fatti e le tante domande rimaste senza risposta.» - il Manifesto
«È confortante, di tanto in tanto, tornare ai romanzi che raccontano una storia, con una trama più o meno lineare, dei personaggi ben costruiti, un arco narrativo, una lingua penetrante. Villa del seminario, l’ultimo libro di Sacha Naspini, mi ha lasciato questa sensazione: è una ricostruzione storica che si fa letteratura.» - Internazionale
Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. Vista da lì, anche la guerra ha un sapore diverso; perlopiù attesa, preghiere, povertà. Inoltre si preannuncia un inverno feroce... Dopo la diramazione della circolare che ordina l’arresto degli ebrei, ecco la notizia: il seminario estivo del vescovo è diventato un campo di concentramento. René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni. Schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più... René non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. In realtà, non ha mai avuto il coraggio di fare niente. Le sue giornate sono sempre uguali: casa e lavoro. Rigare dritto. Anna ha un figlio, Edoardo, tutti lo credono al fronte. Un giorno viene catturato dalla Wehrmacht con un manipolo di partigiani e fucilato sul posto. La donna è fuori di sé dal dolore, adesso ha un solo scopo: continuare la rivoluzione. Infatti una sera sparisce. Lascia a René un biglietto, poche istruzioni. Ma ben presto trapela l’ennesima voce: un altro gruppo di ribelli è caduto in un’imboscata. Li hanno rinchiusi là, nella villa del vescovo. Tra i prigionieri pare che ci sia perfino una donna... Settebello non può più restare a guardare.
Proposto da Paolo Petroni al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: «Un libro che, riportando alla luce un dimenticato, curioso, vergognoso fatto del nostro passato, ha un suo valore che si aggiunge a quello letterario, alla limpida scrittura dell’invenzione del personaggio e la storia di René e della sua presa di coscienza nell’ultimo periodo della guerra e del fascismo. Per questo, ho deciso di candidarlo al Premio Strega.[...] La lotta di René è personale e infida, legata al suo mestiere che lo costringono a continuare anche in carcere, assistendo a torture, vessazioni, umiliazioni, partenze di convogli, mentre intorno tutti sembrano impazzire in un gioco quasi onirico, notturno di lamenti e urla tra verità e simulazioni, e la situazione si fa più ambigua e precipita con l’avvicinarsi degli americani liberatori. Una scrittura chiara, vera, pulita, quella di Naspini, che nel finale Venti anni dopo riferisce anche come si sono trasformati nel dopoguerra alcuni dei personaggi, quelli storici coinvolti nel racconto, mentre in René, ma anche nel giovane, imprudente, irrequieto Simone che si ritroverà sempre accanto a René, si sentono gli echi della presa di coscienza del suo amato Pereira di Tabucchi, come confessato nelle ultime pagine.»
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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annarella 28 giugno 2025Il più bel libro di questo 2025
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martina 11 giugno 2025
Villa del Seminario è un romanzo storico scritto da Sacha Naspini ed edito Edizioni E/O. Ambientato nella Maremma Toscana nel 1943, "Villa del Seminario" ci racconta la storia di quando la diocesi di Grosseto ha stipulato un contratto con i fasc1st1 per realizzare un campo di internamento all'interno del Seminario. In questo borgo incontriamo il ciabattino del paese e la sua migliore amica Anna. L'autore ci racconta un pezzo di storia che forse non è molto conosciuta, una storia che parla di resistenza, di coraggio, dolore e amore. Un pezzo di storia sulla quale alcuni stentano ancora a fare i conti. La scrittura è semplice, scorrevole e incisiva e i personaggi sono costruiti molto bene. Ho amato il finale della storia ma molto meno le note dell'autore dove ci racconta cos'è successo nel 2022 e cosa ha fatto il sindaco, sono queste le occasioni che mi ricordano perché io amo più gli animali delle persone. Un libro che ci fa capire l'importanza della memoria e della resistenza che mi ha emozionata e che consiglio.
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MaRiofreddo 06 giugno 2025SOFT DRAMA
Non conoscevo Sacha Naspini ed ho apprezzato il suo approccio narrativo. Tuttavia rimango perplesso (e per questo non assegno le 4 stelle) sul bilanciamento tra forma, contenuto e attualità politica. Il romanzo si basa su una delle tante nefandezze fasciste sconosciute. Riportando la quarta di copertina: "Maremma toscana. novembre 1943. Le Case è un borgo lontano da tutto....Villa del Seminario evoca fatti realmente accaduti. Grosseto fu l'unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d'affitto con un gerarca fascista per la realizzazione di un campo d'internamento. A Roccatederighi. tra il '43 e il '44 vi furono richiusi un centinaio di ebrei italiani e stranieri destinati ai lager di sterminio. Soprattutto Auschwitz.". La parte romanzata riguarda un calzolaio, tenero cinquantenne - René - (soprannominato Settebello per la mancanza di tre dita perse in un incidente sul lavoro) - innamorato di Anna. Si tratta di una narrazione dal tono minimalista, molto attenta ai dettagli e alla tenerezza a fronte di un dramma personale e sociale. Ci sarà una sorta di Resistenza e l'incontro con chi, pur stando dalla parte sbagliata per pura sopravvivenza, dimostrerà empatia e capacità di reazione. Storia d'amore e di riscatto. L'imbarazzo deriva dal tono soft (apprezzabile) che stride con una realtà inaccettabile e ancora, tragicamente, presente. A mio personale avviso è necessario testimoniare la necessità di indignarsi per il passato ma anche per il presente!!! Ottimo esempio la reazione di Alessandro Gassmann alla riunione dei neonazi (appoggiati dalla Lega) a Gallarate nella sala del teatro intitolata al padre Vittorio (intervista su La Repubblica). E molto più incisivi i recenti romanzi di Nicoletta Verna, di Francesca Melandri, ma anche di Valentina Mira. Una buona lettura in ogni caso.
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