Il visconte dimezzato - Italo Calvino - copertina
Il visconte dimezzato - Italo Calvino - 2
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Letteratura: Italia
Il visconte dimezzato
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Descrizione


La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista"). «Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti» disse Calvino in un'intervista «tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.» Età di lettura: da 11 anni.

Dettagli

16 maggio 2023
144 p., ill. , Brossura
9788804776369

Valutazioni e recensioni

  • Nulla dies sine legere
    Si può ancora considerare adatto ai ragazzi?

    Stile favolistico (scorrevole e con lessico curato ma non ricercato) e trama nota: un visconte partito un po' ingenuo per una crociata ("guerra contro i turchi"), sopravvive tagliato in due pezzi. Prima torna la metà malvagia: un uomo crudele; violento; dedito ad impiccare, con una scusa qualsiasi, decine di uomini per volta e a tagliare in due ogni forma vivente (uomini, animali, fiori e piante). Poi torna la metà buona, l'opposto per carattere ed azioni. Non manca la fanciulla, di cui si innamorano tutte e due le metà, che tiene testa alla parte cattiva e si invaghisce di quella buona. Alla fine il Visconte si ricongiungerà in un sol uomo in cui i due lati si "equilibreranno" e la fanciulla sposerà felice il visconte "riunito". Morale : in ogni uomo c'è un lato buono (decisamente caritatevole) ed un lato cattivo (decisamente sociopatico) ma alla fine l'amore vince e pacifica. Con gli orrori veri di cui i più giovani apprendono tutti i giorni, non sembra più tempo di una storia apparentemente divertente, in cui si definiscono "capolavori" ingegnose forche multiposto e strumenti di tortura; si descrivono le azioni di un disturbato violento e crudele; si da per happy end il matrimonio tra un uomo metà sadico psicopatico e metà amabile ed altruista (come nelle forme più subdole di narcisismo perverso) e la fanciulla che convola senza sapere chi sposerà ("non so proprio che succederà. Andrà bene? Andrà male?"). Inopportuno sia il messaggio che ognuno ha un cattivo fino al sadismo ed un lato buono che lo pareggia; sia che l'amore può "guarire" anche la persona più malvagia traendone il lato buono. Affine a certi racconti truculenti ed esagerati appartenenti alla tradizione dei filò, come per tali storie il libro non sembra (più) adatto per la fascia junior: meglio letture avvincenti ma più curate e chiare sui valori di empatia; solidarietà; rispetto per ogni forma di vita. Per apprendere le brutture dell'animo umano ai ragazzi purtroppo basta un tablet....

  • stradivae
    Leggero e interessante

    Anche se considerata una storia per bambini, devo dire che mi ha presa abbastanza. Leggere delle avventure di Medardo e degli abitanti di Terralba è un ottimo passatempo e un buon modo per staccare dalla quotidianità. È interessante come ogni capitolo sia strutturato quasi come fosse una novella, e nonostante la storia sia semplice il linguaggio richiede un po' di attenzione in più, un giusto compromesso. Forse mi aspettavo che esplorasse di più la moralità, ma nel complesso sono soddisfatta della lettura.

  • VIRGINIA LORELLO

    Impressionante e triste, allegro e semplice. Quattro parole che credo riassumano bene le immagini che mi ha dato questo libro. Come i personaggi che vengono descritti, anche le sensazioni che si susseguono sono l’una l’opposto dell’altra. L’autore offre riflessioni e grandi tematiche celate da una storia leggera e breve, simile a una fiaba con qualche scena grottesca, infelice e terrificante. Se fosse un film direi che si avvicinerebbe molto a Sleepy Hollow, per l’atmosfera e i colori percepiti. E’ curioso notare che secondo Calvino, la totale ed esclusiva presenza di bene non sia proficua all’essere umano (ma anzi dannosa); e addirittura potendo scegliere, quest’ultimo preferirebbe il male totale.

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Foto di Italo Calvino

Italo Calvino

1923, Santiago de las Casas (Cuba)

Figlio di due scienziati (il padre è agronomo, la madre biologa) nasce a Cuba dove i genitori dirigevano l'orto botanico di Santiago de las Casas, vicino a L'Avana. Tornata in Italia la famiglia, a Sanremo, frequenta le scuole nella città ligure e, terminato il liceo si iscrive ad Agraria, ma interrompe l'Università per evitare l'arruolamento forzato e dopo l'8 settembre si unisce alle brigate partigiane nella Brigata Garibaldi. Nel 1944 entra nel Pci e alla fine della guerra ne diventa militante attivo e Quadro. Si iscrive e si laurea alla facoltà di lettere di Torino e nel frattempo inizia a collaborare a riviste (fondamentale il rapporto con il Politecnico di Vittorini) e quotidiani. Entra a lavorare all'Einaudi e nel 1950 ne viene assunto definitivamente come...

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