Mimì ha nove anni e dalla finestra di casa vede una bambina danzare nel balcone di fronte, sembra una ballerina di carillon e lui teme che possa cadere giù. Si innamora della sua grazia e fa di tutto per conoscerla. Ritroviamo Mimì prima adolescente e poi adulto e vediamo che quell’amore infantile influenzerà tutta la sua vita e le sue relazioni. Piacevole lettura, inizia quasi come una fiaba e si fa leggere speditamente.
Vita mortale e immortale della bambina di Milano
«Lei giocava a fare - mi sembrò - la ballerina di carigliòn, saltellando a braccia tese e dandosi ogni tanto a una piroetta. Quant'era bella la sua figurina contro i vetri luccicanti di sole, audace nei saltelli, cosí esposta alla morte». Una bambina suadente, un duello, una nonna che possiede la chiave degli Inferi, l'esame di glottologia. Un racconto che incanta, la voce unica di uno dei piú grandi scrittori contemporanei. Immaginate un bambino sognatore, sempre affacciato alla finestra. La nonna sfaccenda in cucina, e ogni tanto butta un occhio a guardarlo. Lui invece fissa sedotto il balcone del palazzo di fronte, dove la bambina dai capelli neri danza la sua danza temeraria. Per un amore cosí, un ragazzino ardimentoso può spingersi a prodezze estreme, duelli all'ultimo sangue, addirittura a parlare l'italiano. Sarà la nonna - che per lui ha un'adorazione smisurata - a vegliare sulle sue millanterie, seduta nel cantuccio della cucina. Lei non ha dimestichezza con le parole, ma non difetta di fantasia. Quando, forte della sua lunga vedovanza, gli racconta della fossa dei morti, scolpisce immagini indelebili nella mente del nipote. Da bambini si può essere tutto. L'esploratore o il mozzo, il naufrago o «il caubboi», Ettore o Ulisse. Da bambini ci si può innamorare guardando il balcone tutto celeste del palazzo davanti, o credere di aver trovato la fossa dei morti proprio dietro l'aiuola del cortile, da dove si sentono salire inequivocabili tonfi sinistri. Un libro irresistibile, tagliente come le spade della fantasia nascoste sotto il letto, prezioso come un gioiello di famiglia, in cui la scoperta dell'amore e la scoperta della morte si inseguono segnando la fine dell'infanzia. O, chissà, prolungandola al punto che ci si attarda nei giochi e, come teme la nonna, non si cresce piú.
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Anny 26 ottobre 2022
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EvadiPalma 26 settembre 2022La parola che spezza le catene della realtà
La vita è quel che accade durante, quando la pesantezza e la paura che la accompagnano si trasformano, per smorzarne i toni - cupi come un vento salato e un cielo sfoderato -, in un rullo di piedi nell’aria, un ridicolo esercizio da foca circense, sapendo che, tanto, il desiderio - inevaso - di calarsi in un vicolo e sfogarsi contro se stessi tornerà, eccome se tornerà. Perché dopo la prima volta che si ha l’impressione che le parole possano, “in certe circostanze, diventare un giocattolo con un loro congegno interno che, di colpo, non lavorava più bene”, questa sensazione la si proverà, poi, infinite volte. Sentimenti che fanno da sfondo come carta da parati, che ci accompagnano lungo un’incomunicabilità fatta di volti sempre nuovi, grazie ai quali si apprende che “la lingua è mobile, la voce suona e consuona in modi ben più numerosi di quelli che i ventuno segni dell’alfabeto riescono a catturare”. E ci si accorge così che i ricordi altro non sono che appigli nella tessitura verbale delle cose, “metalli fonici impercettibili, filamenti colorati della voce”. Di questo parla, con un’abilità commuovente, Domenico Starnone, della parola, che da prebabelica si fa suono, diventa liberatrice, spezza le catene della realtà. Fino alla morte, quando la temperatura diventa quella di una zuccheriera, di una penna in una giornata d’inverno, momento in cui ci si sfracella nel dialetto delle nonne, dove non si sa più se nella parola “scordare” ci sia “il cuore” oppure “la corda”. Ma anche approdo al quale si tende durante tutta la vita.
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lingegnerechelegge 05 luglio 2022parole, il suono dei ricordi…
È un lungo ricordo, dall’infanzia all’età adulta, nella cui struttura narrativa l'ordine cronologico degli avvenimenti lascia spazio alla rievocazione dei primi sentimenti. Gioia e paura, si fondono in un linguaggio romantico, definendo gli strumenti cognitivi che condizionano l’esistenza umana. La fonetica delle parole trova l’esatta collocazione nei polifonici simboli di crescita personale. Ogni lettore si emozionerà rimembrando le assonanze con la propria nonna e i suoi insegnamenti, traendo ricordi nelle fotografie scattate con gli occhi, che impresse nel cuore lasciano un vuoto incolmabile. #lingegnerechelegge
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