Le voci - Claudio Magris - copertina
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Letteratura: Italia
Le voci
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Descrizione


"Risponde il 276504. Mi spiace, ma non sono in casa. Se volete potete lasciare un messaggio dopo il bip. Grazie e ciao." "Non sono in casa, lasciate una comunicazione, oppure, se si tratta di cosa urgente, chiamatemi al..." Le voci femminili di questo misterioso monologo di Claudio Magris, sono quelle delle segreterie telefoniche che il protagonista ascolta (senza mai rivelare la propria voce) per costruirsi un universo di donne ideali, donne che prendono sostanza dalle inflessioni, gli accenti, gli scatti, i tic che ne fanno dei tipi unici e inimitabili, ognuna a suo modo affascinante sia pure di un fascino aleatorio. In un crescendo di violente emozioni, l'uomo vive ogni voce di donna come un amore ricambiato fino alla tragica fine del suo "mondo".

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Dettagli

7 dicembre 1995
48 p., Brossura
9788870182880

Valutazioni e recensioni

  • MAURIZIO VICEDOMINI

    In un mondo – quello telefonico – basato esclusivamente sulle voci e sull’udito, Magris crea una suddivisione ancora più profonda. Il protagonista del suo Le voci crede che la vera voce sia quella registrata nella segreteria telefonica. Una voce vera, pura, rilassata, neutra, del tutto diversa nel tono da quella della persona in carne e ossa che risponde al telefono di fretta, scocciata, confusa dal sonno, con la bocca piena. Attraverso le voci, quindi, si riconosce la suddivisione che prima avevamo affidato a corpo e suono. Ascoltando parole al telefono, il protagonista senza nome – e senza corpo, una voce sola anche la sua – riesce a intravedere la realtà e la finzione, sebbene alla fine dei conti, le confonda senza scampo. Un racconto molto breve - una sceneggiatura per voce sola - che rende però chiara la grande scrittura di Magris.

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Foto di Claudio Magris

Claudio Magris

1939, Trieste

Scrittore, germanista e senatore (nella XII Legislatura) italiano. Ha insegnato letteratura tedesca prima presso l'Università di Torino, poi presso quella di Trieste. Impostosi giovanissimo all'attenzione della critica con Il mito Absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963, elaborazione della tesi di laurea), è stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all'interno della letteratura mitteleuropea con Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971). Danubio (1986), forse il suo capolavoro, lo consacra come uno dei massimi scrittori italiani contemporanei. Con questo libro vince il Premio Bagutta nel 1986 e successivamente il Premio Strega nel 1997 con il romanzo Microcosmi e il Premio Principe delle Asturie nel 2004 nella...

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