Catalogo di mostra, Galleria Seconda Scala, Roma, giugno 1975. Conversazione tra l'Artista e Dacia Maraini sulla condizione femminile in quegli anni e sul ruolo della donna nell'arte. Uno scritto di Sandra Giannattasio. 5 tavole a colori
8vo (cm 23,5x16,5). pp. 16. . Molto buono (Very Good). Alone di ruggine e mancanza di un po' di carta in corrispondenza dei punti metallici (Spots of rust from staples along spine). . ."Wanda Raheli vive e lavora a Roma. Milita nel Movimento Liberazione Donna (MLD)" (in quarta di copertina).
"Uccidiamo le bambole, distruggiamo i miti e i condizionamenti culturali per ricostruire, pezzo per pezzo, una identità di donna" (W. Raheli).
Dacia: "Il seno per esempio, come segno figurativo corrente, non vuol dire parte anatomica della donna o parte erogena della sessualità femminile, ma vuol dire oggetto di consumo, vuol dire voluttà comprata e venduta, vuol dire abbondanza, seduzione, richiamo, ecc. Tutti significati che è stato l'uomo a dare al corpo della donna"
Wanda: "Mentre dipingevo non pensavo a queste cose, ma in fondo alla mia testa questo discorso c'era certamente. Io volevo solo ritrovare le nostre emozioni di donne di fronte alle cose che appartengono alla nostra vita. Mi interessava il processo di riappropriazione del nostro corpo, di noi stesse".
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<p>Catalogo di mostra, Galleria Seconda Scala, Roma, giugno 1975. Conversazione tra l'Artista e <strong>Dacia Maraini </strong>sulla condizione femminile in quegli anni e sul ruolo della donna nell'arte. Uno scritto di Sandra Giannattasio. 5 tavole a colori</p> 8vo (cm 23,5x16,5). pp. 16. . Molto buono (Very Good). Alone di ruggine e mancanza di un po' di carta in corrispondenza dei punti metallici (Spots of rust from staples along spine). . . <p><em>"Wanda Raheli vive e lavora a Roma.&nbsp; Milita nel Movimento Liberazione Donna (MLD)" (in quarta di copertina).<br /><br />"Uccidiamo le bambole, distruggiamo i miti e i condizionamenti culturali per ricostruire, pezzo per pezzo, una identit&agrave; di donna" (W. Raheli).<br /><br /><strong>Dacia</strong>: "Il seno per esempio, come segno figurativo corrente, non vuol dire parte anatomica della donna o parte erogena della sessualit&agrave; femminile, ma vuol dire oggetto di consumo, vuol dire volutt&agrave; comprata e venduta, vuol dire abbondanza, seduzione, richiamo, ecc. Tutti significati che &egrave; stato l'uomo a dare al corpo della donna"<br /><br /><strong>Wanda</strong>: "Mentre dipingevo non pensavo a queste cose, ma in fondo alla mia testa questo discorso c'era certamente. Io volevo solo ritrovare le nostre emozioni di donne di fronte alle cose che appartengono alla nostra vita. Mi interessava il processo di riappropriazione del nostro corpo, di noi stesse".</em></p>
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Anno edizione:1975
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