Lo zoo di Ipponatte si propone come un’indagine, mirata a scandagliare la multiformità dei significati attribuiti all’animal imagery dal poeta efesino. Inserendosi nel solco della tradizione giambica precedente (Archiloco e Semonide), anche Ipponatte ricorre spesso al mondo animale per denigrare i suoi avversari, attraverso l’accostamento a modelli zoomorfici negativi, o per evocare argomenti scabrosi e licenziosi, tramite osceni, ‘animaleschi’ doppi sensi. Tuttavia, nel giambografo di Efeso, le funzioni sottese al mondo animale si moltiplicano, arricchendosi di nuove e inedite valenze. Non solo strumento di psogos e satira, aiscrologia e scatologia, le bestie chiamate in causa da Ipponatte si fanno altresì veicolo di parodia omerica, mezzo per dissacrare il mito, introdurre il tema gastronomico e quello magico, inserire spunti paremiografici, costruire scaltriti giochi linguistici. Nel fare degli animali un formidabile, versatile strumento di poetica, l’Efesino offre ulteriore riprova della propria inventiva e della propria originalità, ponendosi peraltro, anche da questo punto di vista, come un ponte con la tradizione comica successiva.
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Anno edizione:2024
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