Oscar Wilde e i delitti a lume di candela

Robert Sherard, amico di Oscar Wilde, racconta in prima persona (come Watson con Sherlock Holmes), questa avventura assieme a Conan Doyle. Per chi ama le brumose atmosfera di una Londra vittoriana: cadaveri decapitati, mistero, ambiguita'. si fa, ma non si dice. ma si fa tutto.

"Cedere a una tentazione non è forse l'unico modo certo e adeguato per liberarsene? Se le resisti, la tua anima si consuma nel desiderio delle cose che si è proibita. Ogni istinto che noi ci sforziamo di soffocare tormenta la nostra mente e ci avvelena. Il corpo pecca una sola volta, e poi il peccato è finito, perché l'azione è un mezzo di purificazione..." L'accostamento Oscar Wilde-Conan Doyle-Sherlock Holmes mi è sembrato abbastanza inutile per lo sviluppo della trama, messo lì solo per introdurre un nuovo elemento per narrare e citare, in maniera alternativa rispetto ai numerosi rifacimenti ( vedi Saint Oscar, The last testament of Oscar Wilde, L'invenzione dell'amore, The unauthorized Letters of Oscar Wilde... ), la vita e la figura di quell'uomo straordinario che fu Oscar Wilde. Ancora più debole risulta essere l'elemento della detection : l'assassino è chiaramente decifrabile fin dalla sua prima apparizione nel romanzo, niente a che vedere con le opere di investigazione di Sherlock Holmes.