Il primo e più insolito romanzo di una delle più amate scrittrici inglesi. Un’avventura psicologica, prima ancora che narrativa, dalle tinte gotiche spiccate.

«Nessuno che avesse veduto Catherine Morland negli anni della sua infanzia, avrebbe supposto che fosse nata per divenire un'eroina. La sua situazione sociale, il carattere dei suoi genitori, le sue stesse personali abitudini vi si opponevano.»

Catherine Morland è così influenzata dalla lettura dei romanzi gotici che, invitata dal padre del giovane Henry (di cui è innamorata) a trascorrere qualche giorno nell'antica dimora di Northanger Abbey, inizia a interpretare in maniera cupa alcune banali esperienze che lì le capitano – una maniglia spezzata, un cassetto inspiegabilmente chiuso a chiave – arrivando addirittura a credere di aver scoperto le tracce di un orribile delitto. Sarà grazie a Henry che Catherine ritroverà il buonsenso a scapito delle sue sfrenate suggestioni letterarie. Pubblicato postumo nel 1818, «L'Abbazia di Northanger» è in effetti il primo romanzo scritto da Jane Austen, una sottile e garbata parodia del romanzo gotico e di quello sentimentale, all'epoca molto in voga.