Addomesticare l'architettura. L'Occidente e la distruzione dell'abitare - Franco La Cecla - copertina
Addomesticare l'architettura. L'Occidente e la distruzione dell'abitare - Franco La Cecla - copertina
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Letteratura: Italia
Addomesticare l'architettura. L'Occidente e la distruzione dell'abitare
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Descrizione


Da millenni l’umanità ha sempre saputo abitare. Ma è bastato un secolo di edilizia, cemento armato e architettura “moderna” per cancellare questa straordinaria capacità di vivere bene in un luogo, rispettandolo. All’inizio del secolo scorso, quando gli olandesi conquistarono l’Indonesia rimasero sconcertati dalle abitazioni dei popoli locali. Quelle case senza pareti, fatte di tetti e piloni per favorire la circolazione dell’aria mettevano in discussione uno dei principi cardine dell’abitare borghese ottocentesco, ovvero i muri e la loro capacità di delimitare le proprietà e chiudersi all’esterno. Gli usi locali furono giudicati selvaggi, la convivenza di più famiglie una scandalosa promiscuità, le case tipiche, le karo batak, vennero descritte come luoghi bui e inospitali. Gli olandesi sovrapposero il proprio stile di vita a quello degli indigeni, ignorando totalmente le forme di vita locali che avevano generato quegli usi. Lo stesso è avvenuto in tutti i mondi raggiunti dalla modernizzazione occidentale, dall’Africa alla Cina. I costumi del luogo sono sempre primitivi, le popolazioni autoctone vanno rieducate. Tra le armi utilizzate dall’imperialismo coloniale la meno discussa è sicuramente l’architettura, ma è attraverso l’imposizione urbanistica che si nega la legittimità indigena, si ignorano usi millenari, si cancellano culture. Per secoli, a volte seguendo un impulso messianico, i colonizzatori hanno edificato e stravolto, demolito e progettato secondo canoni validi per l’Occidente. Decenni dopo quello che rimane è un appiattimento dei modi di abitare, ormai snaturati, piegati alle volontà coloniali prima, alle speculazioni delle compagnie di real estate e del cemento armato oggi. L’individuo e il suo rapporto con il mondo sono subordinati all’architettura. Lo spazio domestico è svuotato delle sue funzioni vitali. Dopo il successo di Contro l’architettura, Franco La Cecla ci invita a sottrarre l’abitare alla tirannia di architetti e urbanisti, a recuperare i gesti della domesticità, a difendere il nostro diritto di modellare gli spazi in cui viviamo.

Dettagli

176 p., Brossura
9791221212105

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Foto di Franco La Cecla

Franco La Cecla

1950, Palermo

Antropologo e architetto, Franco La Cecia, ha insegnato antropologia culturale alle Università di Venezia, Verona e Palermo. Attualmente insegna Antropologia dei media alla Naba di Milano. Ha tenuto corsi di Antropologia e Architettura all’Università di Berkeley, all’Ehess di Parigi, all’Upc di Barcellona. Il suo documentario In altro mare ha vinto il San Francisco Film Festival nel 2011. Amico e allievo di Ivan Illich, ha scritto una prefazione a una serie di conversazioni con il grande maestro pubblicate in Italia da Elèuthera. Autore particolarmente curioso e attento alle problematiche della vita e della società contemporanea, ha scritto saggi di successo quali Perdersi. L'uomo senza ambiente, Lasciami. Ignoranza dei congedi, Non è cosa....

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