Afrodite

Teatro di questo romanzo, altamente erotico e di sapore decadentista, è Alessandria d’Egitto, al tempo del suo massimo splendore. Racconta la storia di Criside, cortigiana di indicibile bellezza e di una voluttà senza fine “Amava farsi possedere da due uomini contemporaneamente, sentire che i suoi tessuti si dilatavano sino all’inverosimile, tanto che per un attimo arrivava a credere che le verghe lunghe e poderose, lisce come la seta, si congiungessero in una sola, a forza di solcare le sue delicate pareti, di strofinarsi una contro l’altra…” e di Demetrio, uno scultore il cui fascino è leggenda. Amante della regina Berenice è oggetto di culto tra le donne di Alessandria, che fanno pazzie per essere possedute dall’uomo. Uomo che non si concede mai due volte alla stessa donna. Un giorno i due si incontrano e Demetrio chiede di possedere la donna. Lei accetta a patto che lui compia tre delitti. Demetrio obbedisce, ma…… E qui, per non sciuparvi il gusto della lettura, non aggiungiamo altro. Eleanor LeJune rielabora un romanzo di Pierre Louÿs (1870-1925) che quando uscì fece scandalo a causa delle numerose scene libertine di cui era costellato. Il romanzo è un inno all’amore fisico che si mescola in modo sapiente con l’erotismo orientale, mettendo in primo piano il piacere in tutta la sua sensualità, violenza e amoralità. Criside ne è la quintessenza, ma anche i protagonisti minori non sono da meno. Da citare le scene orgiastiche sapientemente costruite, la crocifissione di una schiava, l’amore lesbico. Eleanor LeJune ci disegna un ideale che distingue il giusto e lo sbagliato secondo un criterio di bellezza ed ancora una volta sa cogliere la poesia del coito, la bellezza estetica dell’atto fisico d’amore.