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Anno edizione: 2020
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Una nuova indagine per Rocco Schiavone.
«“Oh Madonna” disse Italo. “Rocco? Hai sangue…” e gli indicò la schiena. Il vicequestore si mise la mano sopra i muscoli lombari e la ritirò inzaccherata. “Oh porca…” ringhiò». - Rien ne va plus
«Capirete chi sono davvero Rocco e il suo fratello Manzini e aspetterete la nuova avventura come se fosse l’amico di cui non si può più fare a meno. Specchio bramoso del nostro scontento». - Bruno Ventavoli, Tuttolibri - La Stampa
Nell’ultima pagina di Rien ne va plus abbiamo lasciato Rocco Schiavone ferito in un lago di sangue. Ora è in ospedale dopo l’intervento di nefroctomia che ha subito, la stessa operazione che ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto, a quanto pare a causa di un errore di trasfusione. Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità. Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere. Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco, gran lavoratore. Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita. Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile. Attorno a lui, le luci del Natale, i neon del reparto (non si sa quali lo deprimano di più), i panettoncini, unico cibo commestibile, gli infermieri comprensivi, il vicino di letto intollerabile e soprattutto i suoi che vanno e vengono incessantemente, lo coprono nelle sue fughe, lo assecondano e non aspettano altro che il vicequestore ritorni in servizio. Soprattutto Antonio Scipioni, che sta sostituendo Rocco ma che è alle prese con situazioni amorose da commedia degli equivoci, le tre donne con cui ha intrecciato relazioni amorose e che era riuscito a non fare mai incontrare, ora rischiano di ritrovarsi tutte e tre ad Aosta. L’unico a potergli dispensare dei consigli è proprio Schiavone.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Schiavone torna e come al solito arrivano i guai. Intraprendente e malinconico nulla lo fermera. Da leggere
C’è una caterva di personaggi, uno più singolare dell’altro; ci sono situazioni spassose, ma raramente si approfondisce; l’indagine è tutta letteralmente in capo a Rocco Schiavone, non trapela nessun ragionamento sul caso. Questo romanzo è troppo affollato di alienati o caricature. A metà ero dibattuto se abbandonare la lettura, poi l’indagine è iniziata: l’intrigo giallo davvero banale con i sospettati non più di un paio, ma la vicenda si è seguita molto meglio. La trovo più una sceneggiatura con tante caratterizzazioni e situazioni poco verosimili.
Il vicequestore Rocco Schiavone, colpito da un proiettile durante un conflitto a fuoco, ha subito l’asportazione di un rene ed è in degenza post-operatoria. Costretto a risolvere un caso di malasanità, nella sua movimentata degenza, entra ed esce dall’ospedale secondo le sue necessità d’indagine, sguinzagliando i suoi fidi collaboratori per risolvere il caso. La lettura è semplice e scorrevole e i personaggi, simpatici, divengono sempre più familiari.
Recensioni
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