Un flusso di coscienza. Quasi 400 pagine senza un punto. Quasi 400 pagine in cui non capisci dov'è l'autore ti voglia portare. Ma incredibilmente, ti prende e vieni catalizzato dai pensieri continui del protagonista. Dopo la metà, riesci ad unire qualche puntino ma ancora non comprendi la meta delle parole. L'ho finito e non posso dire che mi sia piaciuto, per quanto riconosco il valore dell'autore e dello stile di scrittura. Ma nonostante questo, corro in biblioteca a prendere il secondo!
L' altro nome. Settologia. Vol. 1-2
Cosa ci rende quello che siamo? Perché conduciamo la nostra vita e non un’altra? Un nuovo anno sta per concludersi e Asle, un anziano pittore rimasto vedovo, ripensa alla sua storia. L’uomo vive da solo sulla costa norvegese, i suoi unici amici sono il suo vicino, Åsleik, un contadino-pescatore scapolo, e Beyer, un gallerista che vive in città, a un paio d’ore di auto. Lì vive anche un altro Asle, artista anch’egli, solitario e consumato dall’alcool. Asle e Asle sono due versioni della stessa persona, due racconti della stessa vita, che si interrogano sull’esistenza, la morte, l’ombra e la luce, la fede e la disperazione. In corso di pubblicazione in 14 paesi, L’altro nome è il romanzo toccante, ipnotico, indimenticabile del maestro della letteratura scandinava, una storia in cui passato e presente confluiscono, per lambire come onde del mare la grandezza dell’uomo. “ Jon Fosse è uno dei più grandi scrittori europei.” Karl Ove Knausgård “ Un romanzo misterioso come un nastro di Möbius… una delle più importanti opere della letteratura scandinava.” Hari Kunzru “ Fosse è stato paragonato a Ibsen e Beckett, ma è molto di più. Per una ragione: la sua intensa, poetica semplicità.” The New York Times “ Nel ritmo delle parole di questo libro c’è qualcosa che incanta, qualcosa di prossimo al sacro.” The Wall Street Journal
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Nardirolina 26 agosto 2025Non mi ha fatto impazzire ma non vedo l'ora di leggere il secondo!
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Caribu 18 giugno 2025Volevo smettere, poi è arrivata la magia
Ho lasciato passare troppo tempo prima di scrivere questa recensione, ma le sensazioni sono rimaste lì, immutate, incastonate con forza nella memoria. Non si sono sbiadite, nonostante il tempo. Anzi: sedimentandosi, hanno forse acquisito ancora più intensità. Ricordo con precisione il momento in cui ho iniziato a leggere. Intorno a pagina 40 ho sentito il dubbio affacciarsi: continuare, o chiudere qui? L’assenza totale di punteggiatura, il ritmo ipnotico e circolare, la ripetizione di pensieri e gesti — tutto sembrava mettermi alla prova. Era come trovarsi davanti a un testo che non si lasciava leggere, ma che chiedeva di essere attraversato. Poi ho deciso: vado avanti. E lì è scattata la magia. Ho cominciato a divorare le pagine. Quasi senza accorgermene mi sono procurato anche gli altri due volumi. È stato come entrare in uno spazio interiore sospeso, dove il tempo si dilata e si contrae, dove nulla accade davvero ma tutto si muove in profondità. Nobel o non Nobel, questa è senza dubbio una delle letture più potenti che ho affrontato dall’inizio dell’anno. Una storia all’apparenza semplice, quasi minimale, ma che custodisce al suo interno un mondo complesso, stratificato, sofferto. La narrazione si sviluppa come un flusso di coscienza che somiglia più a un mantra che a una cascata di pensieri. Ogni frase si ripete, si sfuma, ritorna, si trasforma. È una scrittura che avvolge, che respira piano, che scava. Le ambientazioni sono scarne, essenziali, ma proprio per questo cariche di un raccoglimento quasi sacro. Ci si sente soli con se stessi e con le domande fondamentali: la morte, il tempo, la fede, l’identità, l’arte. E anche con la bellezza disarmante della semplicità. Bello. Essenziale. Pulito. Un’esperienza letteraria più che un romanzo. Se qualcuno mi chiedesse: mi consigli un buon libro da leggere? La risposta, ormai, la potete immaginare.
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Portnoy 29 maggio 2025Una preghiera alla vita
"Settologia" di Fosse è una preghiera, un flusso di coscienza salmodiato come una confessione liturgica. Contrariamente a quanto leggo per la rete, non credo che la scrittura di Fosse sia particolarmente complicata. Sicuramente è un testo per lettori che si interessano di letteratura e non "di libri" (perdonate la spocchia) ma, in sé, non presenta ostacoli particolari a livello grammaticale o di pensiero. Tutt'altro, la forza del libro sta proprio nella sua prosa minimale, un dolce e semplice mantra che narra episodi di vita presente e passata del protagonista (amore, arte, alcolismo, lutto, famiglia, religione) senza aggiungere nulla alla meraviglia della realtà. Un consiglio. A mio avviso il libro richiede che, per essere goduto appieno, il lettore "legga" con il dovuto pathos, dando musicalità alle parole (cosa che dovrebbe essere fatta sempre, ma vale la pena ribadirla... mi si perdoni nuovamente la spocchia), solo così si riesce davvero a sentire la bellezza di questo testo.
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