Fu ancora una volta per scardinare le false certezze della morale borghese e del senso comune che nel 1888 Nietzsche concepì quest’opera, pubblicata nel 1895: all’interno della sua riflessione filosofica manifestamente «d’opposizione», essa intende sostenere che il cosiddetto «dover essere», inteso come valore ideale, svincolato dalla realtà effettuale e dalla storia, è essenzialmente impostura, menzogna. La distanza, infatti, dalla vita quotidiana sperimentata e trascorsa, annienta i concetti etici, li priva di ogni pretesa di validità, situandoli nel luogo di un’assurda e inaccettabile «super-realtà». In quest'opera il nichilismo nietzscheano si scaglia contro una morale che si ostina a conservare in vita ciò che la storia ha già condannato: è il caso, questo, del cristianesimo, che attribuisce moralità e purezza a Dio come reazione al fatto che non è più reale e fonda sulla sua morte la sua esistenza. Pertanto la morale e il cristianesimo sono connessi per Nietzsche con la malattia e la decadenza: non tollerando il naturale declino delle esperienze, manifestano la loro evidente incapacità di creare nuove età.
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:30 gennaio 2022
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