L'autore descrive con estrema chiarezza ciò che ho sempre pensato del ruolo della scuola italiana fin da quando la frequentavo: la premiazione dell'eguaglianza e la svalutazione del merito. 1 vale 1. Una scuola che premia chi non studia facendo un danno a chi studia. Tutti promossi, tutti bravi. Da condividere con l'autore anche l'idea che occorre ritornare a dare maggiore peso alle materie umanistiche, che probabilmente non serviranno per lavorare , ma saranno necessarie per vivere. Ancora una volta, l'Autore ha superato se stesso: lucido, coraggioso nell'esporre le proprie idee e ragionevole.
L' aula vuota. Come l'Italia ha distrutto la sua scuola
Grazie non poco alla sua scuola - in particolare grazie alle sue maestre che per prime affrontarono l'ignoranza nazionale - l'Italia del Novecento, partita da condizioni miserabili, arrivò a essere tra le principali economie del mondo. Ma oggi quella stessa scuola è lo specchio del declino del Paese. Abbandonata dalla politica con la scusa dell'«autonomia», essa appare sempre più dominata dal conformismo intellettuale, da un'inconcludente smania di novità e da un burocratismo soffocante che ne stanno decretando la definitiva irrilevanza sociale. Ernesto Galli della Loggia cerca di comprenderne le ragioni sullo sfondo della nostra storia indagando le origini e l'impatto, deludente quando non distruttivo, che hanno avuto le riforme succedutesi negli ultimi decenni e smontando le interpretazioni più convenzionali su cosa fecero o dissero veramente personaggi chiave come Giovanni Gentile e don Lorenzo Milani. Chi l'ha detto che cambiare sia sempre meglio di conservare? E che la prima cosa sia necessariamente di sinistra e la seconda di destra? Il libro mette sotto accusa i miti culturali responsabili della crisi attuale: l'immagine a tutti i costi negativa dell'autorità, l'obbligo assegnato alla scuola di adeguarsi a ciò che piace e vuole la società (dal digitale al disprezzo per il passato), la preferenza del «saper fare» sul sapere in quanto tale, la didattica «attiva» e di gruppo. Altrettanti ideologismi che sono serviti a oscurare il ruolo dell'insegnante, la misteriosa capacità che dovrebbe essere la sua di trasmettere la conoscenza e con essa di assicurare un futuro al nostro passato.
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Anno edizione:2020
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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VincenzoS 01 settembre 2023Ottimo
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ValeriaSi 20 aprile 2023Scuola, manifesto del nostro Paese
Perché la società vuole una scuola? Nel 1800 c'è l'esigenza di costruire un'élite di professionisti capaci. Poi le riforme, i giochi politici. La scuola dell'autonomia, gli insegnanti demotivati, i ministri che durano in carica un anno. Burocrazia sopra a tutto. Va scongiurato il fallimento scolastico, ma non creando vere opportunità, bensì camuffando e mettendo al bando ogni richiesta di sforzo. Ci si dimentica dell'importanza del rapporto con l'insegnante, e che si impara per l'entusiasmo che trasmette quando ci parla, quando ci fa capire. La scuola irreale. Il mondo valuta, seleziona, impone fatica. La scuola no. Le cose si confondono e sfugge il pensiero che la civiltà e l'affinamento morale sono effetti del sapere e della cultura. Interessante analisi su scuola e società. Importante leggere per capire i giorni attuali, alla luce dei tasselli messi lì dalle generazioni precedenti.
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