Avrò cura di te

Un libro a due voci. Da una parte la storia di un fallimento di coppia, con la necessità di confrontarsi con il dolore, la delusione, il senso di colpa e cercare il modo di ripartire; dall'altra un angelo che consiglia, offre conforto e cerca di trasmettere un punto di vista diverso per affrontare ciò che è successo. La Gamberale, nella sua Giò, disegna un'altra figura immatura, fragile, alla costante ricerca di qualcosa che dia senso all'esistenza. Gramellini, nel suo Filemone, offre pillole di saggezza e riflessioni new age.

Una storia che a me è piaciuta particolarmente. La scrittura a quattro mani in questo caso funziona benissimo. Ho letto altri libri di Gramellini e un altro della Gamberale, ma forse questo è il migliore di tutti a parte “Fai bei sogni”. Devo dire che qui la fusione è perfetta, e se potessi lo consiglierei alle future mamme, quel “avrò cura di te”, lo trovo davvero molto materno. C’è una sorta di legame familiare nell’aria che accompagna il lettore pagina dopo pagina.

Ho iniziato questo libro subito dopo aver letto lo splendido libro "Fai bei sogni", sempre di Massimo Gramellini, ed è stato per me una grande delusione. Gioconda, giovane donna disperata e separata di recente, trova in una cassetto nella casa della defunta nonna una lettera indirizzata ad un angelo custode di nome Filemone e così, in un momento di grande sconforto, decide di scrivere anche lei a questo angelo. Incredibilmente l'angelo le risponde ed inizia così tra i due un'amicizia epistolare nella quale l'angelo Filemone cerca di curare e far ragionare il cuore di Gioconda, che, con le sue lamentale continue sull'ex marito e la sua nuova compagna, fa disperare anche il lettore più paziente. La trama è piuttosto irreale e lamentosa e non mi ha appassionato particolarmente. Vale comunque la pena leggere il libro, per alcuni concetti sull'amore e l'anima gemella, spiegati a Gioconda dall'angelo custode, molto profondi e sui quali è bello riflettere.