Dopo "La banalità del male" di Hanna Arendt, "La banalità del bene" di Deaglio, ecco "La banalità del ma". E' una raccolta di vignette (tradisco la mia età. Una volta si chiamavano così) sul tema del titolo. A dimostrazione che è possibile focalizzarsi su un tema complesso (e l'immigrazione in Europa lo è), usando parole semplici e frasi corte. Ne ho già comprata una decina di copie da regalare a Natale. Peccato che non sia in vista sugli scaffali e che lo si deva chiedere espressamente.
La banalità del ma
La raccolta delle migliori vignette di Mauro Biani degli ultimi tre anni, accompagnata da inediti di grande impatto.
"Il frutto amaro della consapevolezza che la satira contemporanea non abbia più ragioni per strappare sorrisi a nessuno. Del resto, di cosa ridere?" - Andrea Voglino - Il Manifesto
Come siamo diventati così miserabili? Come ha fatto un popolo di migranti, di persone costrette a fuggire a milioni dalla fame, dalla povertà, dalla guerra, o semplicemente di persone alla ricerca di migliori opportunità, a diventare così cinicamente insensibile, quando non apertamente ostile e rancoroso, nei confronti di chi sta subendo oggi un destino persino peggiore di quello dei nostri antenati? Le migrazioni, il razzismo, la paura, la violenza. Questi anni di grande transizione sembrano aver trasformato in normale, persino banale, ciò che solo pochi anni fa avremmo trovato folle, orrendo. La matita di Mauro Biani, affilata e poetica, amara e ironica, racconta questo mutamento in "La banalità del ma", con la sua satira che, senza mai ergersi a giudice, non fa sconti a nessuno. Scorrendo la raccolta delle migliori vignette di Mauro Biani degli ultimi tre anni, accompagnata da inediti di grande impatto, si nota come non sia stato un cambiamento repentino, ma un lento e progressivo scivolamento verso la parte peggiore di noi.
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Anno edizione:2019
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