Stupendo
Bestiari del Medioevo
«A differenza di quanto generalmente si creda, gli uomini del Medioevo sapevano osservare assai bene la fauna e la flora, ma non pensavano affatto che ciò avesse un rapporto con il sapere, né che potesse condurre alla verità. Quest'ultima non rientra nel campo della fisica, ma della metafisica: il reale è una cosa, il vero un'altra, diversa.»
Gli unicorni non esistono; non moriremo inghiottiti da un ippopotamo; i serpenti non amoreggiano clandestinamente con le murene e un gatto, sia pure scorbutico, non per questo è un agente di Satana. Lo sappiamo tutti, con una certezza talmente «chiara e distinta» da considerare tutt’al piú con benevola indulgenza i testi medievali che sembrano addirittura descrivere queste assurdità sub specie scientiae. In effetti, si può fare: nulla impedisce di ammirare le splendide immagini di questo libro e di divertirsi – molto – con le stravaganti storie di animali che raccoglie. È un criterio esatto. Per l’appunto, avverte l’autore: solo che nel Medioevo esatto non coincide con vero, anzi. Il primo è un concetto superficiale, limitato, personale e di conseguenza impressionistico. Il secondo, una qualità da conquistare, sempre nascosta com’è «sotto il velame» di codici e simboli, che peraltro – grazie alla sapiente regia della Chiesa e degli intellettuali – vanno a costituire un lessico potente e condiviso, fatto di metafore narrative ma anche di colori e forme, cui la ripetizione costante garantisce, alla lunga, vasta diffusione e immediata comprensione da parte del pubblico. Non va mai dimenticato, infatti, che dietro le «favolette» si stagliano grandi figure di uomini dottissimi, profondi e innamorati conoscitori non solo dei testi sacri ma anche, per quanto possibile, dei classici greco-latini. Attraverso la loro opera, questo sapere si conserva e si propaga: istruisce i predicatori, catechizza i fedeli, tende a mitigare i costumi, ma disquisisce anche di amor cortese e, addirittura, trasposto nell’araldica, può trovarsi alla base della costruzione di interi programmi politici. C’è davvero qualcosa di ingenuo, in questo? E chissà che, chiudendo il libro, non ci scopriremo a pensare che gli unicorni non esistono solo perché non siamo addestrati a vederli.
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Autore:
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Anno edizione:2012
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Nena 30 marzo 2025
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Marta Andreetto 05 dicembre 2017
Questo libro mi è stato consigliato per il corso magistrale di Arte Medievale a Ca' Foscari (Venezia). Molto interessante il tema di nicchia: anche se riassuntivo e poco approfondito, resta un valido punto di riferimento tra i pochi libri sull'argomento, enciclopedico ma allo stesso tempo discorsivo e divertente. E' ricco di illustrazioni anche a tutta pagina in alta definizione, spesso prese dal bestiaio di Aberdeen. Unica pecca, le pagine sono patinate e ho paura di sottolinearlo a matita perchè non lo voglio rovinare! Non richiede molte preconoscenze quindi è adatto a qualsiasi persona incuriosita dal mondo animale nell'arte. Consiglio di leggere anche Il medioevo simbolico del medesimo autore, che riprende alcuni animali qui inseriti e ne approfondisce la storia iconologica e iconografica.
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Ampliamento di temi già trattati ma sempre piacevole e godibile
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