Aldo Busi è una sfida continua, così come dovrebbe essere ogni scrittore degno di questo nome. Mai accomodante, contro le strutture precostituite ma anche quelle post-costituite: il titolo Bisogna avere i c0gl/0ni per prenderlo nel cul0, ovviamente scritto coi caratteri giusti, è del 2006 ma già era contro le censure dei social. Impossibile da pronunciare nei canali televisivi ieri come oggi, e col tempo avrà difficoltà pure a entrare nelle antologie, a dimostrazione che i grandi della letteratura trovano poco spazio nelle grandi distribuzioni. Di ampio respiro sono le frasi, di difficile lettura per chi bazzica internet che invece predilige periodi con non più di 25 parole (è una delle voci da seguire per comparire nei primi risultati dei motori di ricerca). È quell’ormai raro tipo di letteratura che richiede impegno allo scrittore ma anche al lettore, il vero esercizio che mantiene brillante la mente. Aldo Busi è il personal trainer del cervello dei suoi fan. Ma di cosa parla Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel culo? Raro nel panorama contemporaneo, Aldo Busi è un uomo davvero interessante e le sue continue digressioni mentali sono il vero motivo per leggere il libro. Riflette sull’umanità individualista, che non necessariamente è da condannare per questo, ma questa solitudine deriva da una vuotezza che l’autore ha combattuto per una vita, e ormai è rassegnato a cercare un luogo per un meritato e ragionato esilio. Nessuno esce salvo da questo libro, nemmeno l’autore.
Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel culo
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Stanco di raccontare agli italiani le verità su di loro che essi non amano stare ad ascoltare, in questo suo nuovo libro Aldo Busi torna a fare le valigie per intraprendere un lungo viaggio attraverso isole, penisole, istmi e altre celebri e ignote realtà geopolitiche sparse nel pianeta. Passando da Capri a Itaca, dall'Irlanda a Salonicco fino a mettere piede nel promontorio di Sant'Elena, Busi compie le sue personalissime "prove d'esilio", percorrendo luoghi che in comune hanno la rassegnazione con cui i loro abitanti vivono isolati gli uni dagli altri e tutti insieme dal resto del mondo, spesso senza neppure esserne coscienti. Lo perseguita un insonne spirito di osservazione che non gli permette di eludere alcuna esperienza: di sesso, di solitudine, di solidarietà. E così, tra una passeggiata nello squallore degli slums di Johannesburg e un party di lusso a New York, scopriamo che l'emarginazione ha la pelle di tutti i colori, si annida al vertice come alle fondamenta della piramide sociale e non risparmia nessuna etnia, nessuna posizione di privilegio, nessun reddito. E l'ultima àncora Busi la getta nella più insospettata delle isole di Pasqua, dove si respira l'ironica consapevolezza che "siamo feretri in ballo, il ballo della fine apparente, tra l'interramento e il volo, con dentro ancora qualcosa di vivissimo che risuona e fa schiodare la cosa, non ancora del tutto definitiva, avanti e indietro dal cimitero della ragione e della sua spensierata materia, senza mai nulla di fatto...".
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2006
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Fede 05 gennaio 2025Consigliato
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