Bombardare Auschwitz. Perché si poteva fare, perché non è stato fatto - Umberto Gentiloni Silveri - copertina
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Letteratura: Svizzera
Bombardare Auschwitz. Perché si poteva fare, perché non è stato fatto
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Descrizione


Si poteva intervenire dal cielo evitando alla più grande fabbrica di morte di continuare a uccidere? Si poteva bombardare Auschwitz? Era una strada percorribile nella fase conclusiva della seconda guerra mondiale? Di ciò che stava accadendo nei campi di concentramento si sapeva molto (almeno dal 1942), eppure la macchina dello sterminio nazista è rimasta in piedi; quei binari hanno continuato a trasportare treni merci stracolmi di vite e di storie che giunte a destinazione prendevano una via senza ritorno. Il complesso di Auschwitz-Birkenau non rientra tra gli obiettivi degli attacchi dell'aviazione alleata, non compare nelle zone coperte dall'aerea bombing e non raccoglie le attenzioni necessarie da politici e alti comandi. Così, in un terribile paradosso della storia, mentre le sorti della guerra danno ragione alla grande coalizione delle Nazioni Unite e la sconfitta nazista si avvicina inesorabile, non si interrompe la macchina dello sterminio, le sue strutture rimangono in piedi operanti e perfezionate. Lo sforzo verso la vittoria finale è imponente, impegnativo fino all'ultimo istante, non ammette distrazioni o secondi fini. Non è pensabile concentrarsi su priorità che non siano quelle della condotta militare, su scelte e indirizzi segnati dall'urgenza di far presto per liberare il mondo da una minaccia incombente, senza precedenti. Così gli appelli di quei pochi testimoni oculari riusciti a fuggire dai lager, anche di coloro che chiedono un'azione mirata e repentina, non vengono ascoltati...

Dettagli

20 gennaio 2015
120 p., Rilegato
9788804647973

Conosci l'autore

Foto di Umberto Gentiloni Silveri

Umberto Gentiloni Silveri

1968, Losanna

Allievo di Pietro Scoppola, si è laureato in Scienze Politiche all'Università La Sapienza discutendo una tesi in Storia Contemporanea (La Federazione giovanile comunista italiana dal 1968 alla «solidarietà nazionale»). La sua tesi di dottorato confluisce nel saggio Conservatori senza partito. Un tentativo fallito nell'Italia Giolittiana (pubblicato da Studium nel 200). Dopo diversi soggiorni negli Stati Uniti, i suoi studi verteranno sui rapporti tra Italia e Stati Uniti a partire dalle dinamiche e dalle eredità del secondo conflitto mondiale. Si occupa anche di storia della Resistenza romana, Italia repubblicana, evoluzione e crisi del sistema politico dagli anni Settanta all'ultimo scorcio del Novecento. Insegna Storia contemporanea all'Università...

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