Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli - DVD
Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli - DVD - 2
Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli - DVD
Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli - DVD - 2
Dati e Statistiche
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David di Donatello - Miglior film - 1977
Un borghese piccolo piccolo
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Descrizione


Ormai pronto per il concorso in banca, il figlio di un anziano impiegato viene ucciso durante una rapina. L'uomo non denuncia il rapinatore ma lo sequestra perpetrando su di lui una lenta e violenta vendetta personale.

Dettagli

DVD
Vietato ai minori di 14 anni
8016024030499

Informazioni aggiuntive

  • Filmauro, 2008
  • Terminal Video
  • 117 min
  • Italiano (Dolby Digital 5.1);Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono)
  • Italiano per non udenti
  • 1,85:1 Wide Screen
  • trailers; speciale

Valutazioni e recensioni

  • Francesco
    Un borghese piccolo piccolo

    Giovanni Vivaldi è un impiegato ministeriale prossimo alla pensione che vive solo per il figlio: gli insegna a pensare per sé, ad agire per convenienza, e fa di tutto per assicurargli il suo posto al ministero. Tutto cambia nel momento in cui il figlio muore, ucciso per caso da un proiettile vagante durante una rapina. A quel punto la ragione di vita di Giovanni diventa la vendetta nei confronti dell'assassino. Secondo il regista Mario Monicelli, questo film rappresentava la morte della commedia all'italiana e l'espressione piena del pessimismo che nutriva nei confronti dei suoi coetanei, ormai imborghesiti e incarogniti. La violenza non c'è solo alla fine, ma anche all'inizio, sia fisica (il film si apre con l'uccisione di un pesce a sassate) sia verbale (le parolacce sono intercalari). L'aspetto più interessante dei film di Monicelli è il distacco con cui rappresenta le azioni più disparate: una grottesca iniziazione massonica, una normale mattinata di traffico, la tortura. Tutto avviene senza filtri, e lo stesso vale anche per i comportamenti del protagonista, anche i più detestabili, motivo per cui non risulta così improprio il passaggio da vittima a carnefice. Può essere duro da guardare, ma se molti non riescono a vederlo è proprio perché va a trattare un argomento che per molti italiani è quasi un tabù, ma lo fa senza facili moralismi o violenza gratuita. Un capolavoro.

  • Rosa
    Struggente

    Questo storia è a dir poco struggente, ed a mio parere ci fa capire come un figlio possa davvero essere IL SENSO DELLA VITA per un genitore: gioie, speranze, sacrifici, dolori atroci. E qui Alberto Sordi riesce a farci anche comprendere la sua reale bravura, capace di interpretare un uomo che da "persona comune" si trasforma in spietato vendicatore. Struggente, spietato appunto (anche se si prova maggiore comprensione per il genitore disperato, piuttosto che per l'insensibile assassino), toccante. Questo, ed altri classici simili, DOVREBBERO SERIAMENTE esser visti nelle scuole, sin dalle medie (ebbene sì, prima dai 14 anni, perché dopo è ormai, al giorno d'oggi, troppo tardi per educare e formare). Forse (forse) qualcuno POTREBBE RIFLETTERE e magari capire QUANTA tragedia possono causare quel che purtroppo in molti ormai definiscono "ragazzate", e che invece nulla hanno di divertente nè da un lato nè dall'altro....

  • Film sostanzialmente diviso in due parti : la prima spiccatamente comico-grottesca, imperniata sullo sberleffo di una società civile senza morale abitata da personaggi melliflui e fortemente debitrice delle atmosfere fantozziane di Salce ( si veda il servilismo imperante degli impiegati ministeriali, la modesta raffigurazione della famiglia proletaria romana, i giochi di potere degli alti burocrati ), la seconda drammatico-giustizialista che è solo la diretta conseguenza della prima. A fare da trait d'union a queste due anime così distanti - la prima meravigliosamente a fuoco, la seconda mancante di qualche tassello in più per giustificare una esplosione di violenza così sconsiderata - l'incredibile prestazione recitativa di un Sordi impegnato in uno dei ruoli più difficili della propria carriera. Il Monicelli-pensiero sulla vicenda è affidato alla severa omelia funebre di un prete e raccoglie tutto il disgusto per il processo d'imbarbarimento che la società italiana sta subendo. Un messaggio forte come un pugno nello stomaco, come il film stesso d'altra parte.

Conosci l'autore

Foto di Mario Monicelli

Mario Monicelli

1915, Roma

Regista italiano. Dopo aver realizzato nel 1935, con il cugino Alberto Mondadori, un mediometraggio (I ragazzi della via Paal) ed essere stato aiuto-regista e sceneggiatore, affronta la regia nel 1949, dirigendo con Steno otto film di prevalente intonazione comica e con un eccellente Totò (tra cui Vita da cani, 1950, e Guardie e ladri, 1951). Dal 1954 lavora da solo (Proibito, melodramma sociale da un romanzo di G. Deledda), alternando film drammatici a film comici, quasi sempre legati a temi di critica sociale. Dopo Totò e Carolina (1955), dirige la coppia A. Sordi-F. Valeri nel satirico Un eroe dei nostri tempi (1955), lancia E. Martinelli nella commedia rosa Donatella (1956) e anticipa la commedia all'italiana, rivelando le doti comiche di V. Gassman con I soliti ignoti (1958)....

Foto di Alberto Sordi

Alberto Sordi

1920, Roma

Alberto Sordi è stato un attore e regista italiano. Comincia a recitare a metà degli anni ’30 dividendosi fra l’avanspettacolo, il teatro di rivista e piccole comparse al cinema (dà la voce a Ollio/O. Hardy). Il primo film da coprotagonista è I tre aquilotti (1942) di M. Mattòli, anche se negli anni ’40 i maggiori successi gli vengono dal teatro leggero e dalla radio, medium nel quale S. sperimenta e costruisce una galleria di personaggi che porterà infinite volte e con grande successo al cinema, ritraendo un uomo banalmente medio la cui apparente cattiveria nasconde una malcelata ingenuità, un cialtrone sostanzialmente vigliacco, uno sbruffone succube delle circostanze, un individuo in bilico fra la tragedia e la farsa. F....

Foto di Romolo Valli

Romolo Valli

1925, Reggio Emilia

Attore italiano. Laureato in giurisprudenza, critico e uomo di cultura, si avvicina al teatro dalla fine degli anni '40 imponendosi da subito per personalità e sobrietà di stile e di approccio ai testi classici. Ottiene enormi successi da protagonista in tutti i teatri d'Italia e d'Europa mentre il cinema, pur apprezzandolo, gli ritaglia solo ruoli secondari nei quali comunque brilla per spessore drammaturgico. È, per es., il pacato e umano tenente Gallina in La grande guerra (1959) di M. Monicelli e padre Pirrone in Il Gattopardo (1963) di L. Visconti. Passa dalla grandiosità di Giù la testa (1971) di S. Leone alla bizzarria di Che? (1972) di R. Polanski. Sempre per Visconti, interpreta anche Morte a Venezia (1971) e Gruppo di famiglia in un interno (1974). Il suo ultimo film è Chiaro di...

Foto di Shelley Winters

Shelley Winters

1920, Saint Louis, Missouri

"Nome d'arte di Shirley Schrift. Attrice statunitense. Molto attiva in teatro e in televisione, esordisce nel cinema nel 1944, trovando numerose occasioni per esprimere al meglio le proprie corde, tra il patetico e il caricaturale (Doppia vita, 1947, di G. Cukor; Un posto al sole, 1951, di G. Stevens; Il grande coltello, di R. Aldrich, e La morte corre sul fiume, di C. Laughton, entrambi del 1955). Dopo un periodo di crisi, trova un ruolo convincente in personaggi di sofferta e scontrosa umanità (Il diario di Anna Frank, 1959, di G. Stevens; Lolita, 1962, di S. Kubrick; Il balcone, 1963, di J. Strick; Il clan dei Barker, 1970, di R. Corman) ai quali la sua precoce senescenza, volutamente non celata, assicura ulteriore autenticità e schiettezza. In seguito ritorna a ruoli caricaturali in Stop...

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