Le stesse atmosfere di fuga, rinascita, contatto con la natura in senso totalizzante che si respirano ne l'anno della lepre dello stesso autore, ma più ruvide, più forti. Non lo consiglio come primo approccio allo scrittore, ma come secondo o terzo libro, una volta "sintonizzati" al meglio sullo stile. A quel punto diventa davvero una lettura incredibile. La storia è rocambolesca, con i soliti tratti un po' giocosi e quel punto giusto di assurdità. Assolutamente consigliato!
Il bosco delle volpi impiccate
Anticonformisti per temperamento, libertari per vocazione, marginali per scelta, i personaggi di Paasilinna non sono fatti per la routine, la mediocrità, il grigiore: la società va loro stretta e, volenti o nolenti, finiscono sempre per trasgredirne le regole.
«Se il criminale non finisse ogni tanto in prigione, sarebbe davvero il mestiere ideale»
Oiva Juntunen ha scelto di fare il gangster, professione che ben si addice alla sua innata pigrizia, soprattutto quando i colpi riesce a farli realizzare da altri che, evidentemente, dovranno anche scontarne la pena. Felice possessore di quattro lingotti d’oro, clamorosamente sottratti alla Banca di Norvegia con il grande furto del porto di Oslo, Juntunen si gode la dolce vita nel suo lussuoso appartamento di Stoccolma, finché la sua serenità non viene turbata da un’allarmante notizia: i suoi complici verranno presto rilasciati e, assetati di vendetta, verranno a ricercare la loro parte di bottino. Oiva si è troppo affezionato al suo oro per pensare di separarsene e l’idea di spartirlo con simili avanzi di galera gli sembra addirittura immorale. No, meglio nasconderlo nel più profondo della tundra che doverlo dividere. Così, è nella capanna dei boscaioli del monte Kuopsu, vicino all’inquietante Bosco delle Volpi, in uno sperduto angolo della foresta lappone, che casualmente si ritrovano Oiva Juntunen con i suoi lingotti d’oro, Sulo Remes, maggiore alcolizzato in congedo sabbatico, e Naska Mosnikoff, gagliarda ultranovantenne evasa dal ricovero per vecchi. Non è un caso se è sempre la fuga il destino dei protagonisti di Paasilinna e se è sempre nell’immensità della selvaggia natura nordica che trovano spazio le loro esilaranti avventure: è in quella dimensione di libertà totale che le norme della cosiddetta società civile rivelano la loro limitatezza e, in quel paradossale andare contro corrente, la vita sembra ritrovare il sapore che potrebbe avere, se non rinunciassimo quotidianamente a viverla.
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Autore:
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Collana:
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Edizione:14
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Anno edizione:2003
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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lpv 03 gennaio 2025un Paasilinna duro ma purissimo
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Maria 26 agosto 2024Brutto
Questo libro mi è parso noioso, è per questo che non l'ho neanche finito.
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Iacopo Simonella 15 ottobre 2014
Questo è stato il primo dei tanti libri che ho letto di Arto Paasilinna, la storia è molto coinvolgente e ti apre la visione sul mondo e fa riflettere sul fatto che, anche credendo di avere in mano le redini della vita, in realtà si è in balia del prossimo. Il racconto ha una trama abbastanza semplice ma mostra comunque alcuni passaggi che stupiscono e ti coinvolgono pienamente nel racconto.
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