Cane crudo

John e Paolo, l'insolito e l'eccentrico, due primi... scivolano in mondi paralleli, verso l'inizio di un potenziale romanzo, in bilico tra fiction e non-fiction, in una Calabria fittizia. L'eredità di questo mondo è ancora viva? Cosa cerchiamo nella letteratura? Cosa cerchiamo i noi stessi e cosa cerchiamo negli altri? Ho cercato di seguire la trama, la più semplice, lineare e possibile, ma sono finita nella spirale del gioco dell'oca, in una fotografia. Una fotografia? Ma cosa racconta una fotografia? La realtà? O nel momento in cui viene stampata diventa un'altra cosa? Se poi viene trovata dentro un astuccio carico di simboli, all'incrocio dei bracci di una croce di gesso, il giorno dell'Esaltazione della Croce? E se poi uno dei personaggi che non avrebbe dovuto essere lì cambia aspetto? Torniamo a John e Paolo. Paolo gran cuoco della vita, il falso scambiato per vero, ma a volte il falso può essere più aderente alla realtà del vero. ha cucinato tutto e tutti, ma lui, un "cane crudo" non è mai riuscito a cucinare il mare. John lascia il il suo infermo per entrare in quello del figlio del sosia di John Lennon, si caccia in un grosso guaio, in un "giallo" a lieto fine, fa in tempo a uscire dal sogno più minaccioso della realtà, in cui si era cacciato. Entra ed esce da un paradosso, ma forse non del tutto, rimane impigliato nel mondo letterario, cerca inutilmente aiuto alla sua segretaria: "Can you take back from this dream?" Si interroga tutte le mattine sui costrutti sociali, sul proprio aspetto e di conseguenza a quello ostico del destino dell'Universo dopo l'istante zero, ma questo che c'entra con i bitols, mi verrebbe da dire che è così e basta! Ed è tutta qui la forza di "Cane crudo".