Si tratta di un romanzo del genere distopico, ma la sua ambientazione nell'Irlanda contemporanea lo rende inquietante, perché dà la sensazione di una regressione autoritaria che potrebbe accadere davvero nelle nostre democrazie
Il canto del profeta
Libro incluso nella cinquina finalista del Premio Lattes Grinzane 2025
Libro finalista del Premio Strega Europeo 2024
Libro vincitore del Booker Prize 2023.Con una scrittura rapida e senza pause, il romanzo ricrea l'atmosfera carica di tensione di una dittatura in ascesa e segue le vicende della protagonista, che dovrà capire fino a che punto può spingersi per salvare sé stessa e le persone che ama.
«Cercavo di scrutare nel caos moderno. Le agitazioni nelle democrazie occidentali. Il dramma della Siria - l’implosione di un'intera nazione, la portata della crisi dei rifugiati e l’indifferenza dell’Occidente. Prophet Song è in parte un tentativo di empatia radicale.». - Paul Lynch
«Il canto del profeta promette un certo grado di attualità e, in effetti, arriva in un momento in cui la paura che affronta è nelle notizie quotidiane: ora che il contratto sociale è sul punto di rompersi, ora che ciò che consideriamo vita ordinaria sta per trasformarsi in una costante lotta esistenziale, una lotta che si svolgerà non in uno stato di natura ma in qualcosa di probabilmente peggiore, sulla linea di faglia tra ideologie opposte.» - The New York Times
«Il messaggio di Lynch è chiarissimo: in tutto il mondo ci sono vite sconvolte, violenze, persecuzioni. Il canto del profeta è un manifesto letterario per l’empatia verso i bisognosi e un romanzo brillante e ossessionante che dovrebbe essere messo nelle mani dei politici di tutto il mondo». - The Observer
«Vincitore l'anno scorso del Booker Prize, Il canto del profeta dell'irlandese Paul Lynch è una distopia che scruta con attenzione nel caos contemporaneo.» - Cristina Taglietti, La Lettura
A Dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Paul Lynch immagina una Repubblica d'Irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l'ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l'aumento dei salari degli insegnanti.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Daniele 20 giugno 2025distopico e inquietante
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Matteo 12 aprile 2025Distopico ma neanche tanto
Il libro è ben scritto e la lettura è scorrevole, Il racconto è ambientato in una Irlanda distopica in cui gli estremisti salgono al potere
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Loris 28 febbraio 2025
Da tempo un romanzo non mi angosciava tanto, chiedendo al contempo con urgenza di essere terminato. Il territorio della distopia è inflazionato e può sorgere il sospetto che Lynch abbia esagerato, calcando la mano nel contesto di una democrazia occidentale. Basta però pensare al passato recente (la guerra civile in Irlanda è stata realtà fino a ieri) o allo scenario geo-politico attuale per nutrire qualche timore. La progressione degli eventi è fin troppo familiare: si parte dalle leggi speciali necessarie a superare presunte emergenze per approdare ad una dittatura di fatto che tacita il dissenso con la forza e la paura. Da lì seguono crisi economica, rivolte, guerra: è il canto apocalittico del profeta biblico, una fine del mondo ‘locale’, ma non per questo meno devastante. Lynch sceglie il punto di vista di una donna della middle class e ne illustra la progressiva discesa nell’angoscia, mentre la famiglia è travolta dagli eventi e smembrata. Le tenebre si presentano con un poliziotto che bussa alla porta e ben presto tendono a risucchiare tutto, nonostante i tentativi di restare aggrappati a qualche forma di speranza che confina con la negazione della realtà. Sullo sfondo il tempo e le stagioni scorrono, insinuando il dubbio dell’insignificanza dell’individuo a fronte di un universo indifferente. Il finale è un crescendo drammatico che ha il culmine emotivo in una straziante constatazione di morte e prospetta una fuga che ribalta l’idea di migrante cui la cronaca ci ha abituati. La prosa di Lynch si addensa in paragrafi senza a capo, fitti di periodi lunghissimi che inglobano anche i dialoghi: l’iniziale effetto straniante in lettura è presto superato e porta con sé un senso di accumulo e caduta a precipizio che rispecchia il contenuto narrato.
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