Commovente
Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia
Questa edizione aggiornata si arricchisce di un nuovo testo in cui Gino Cecchettin racconta alla figlia Giulia e a noi tutti le attività portate avanti in suo ricordo e ribadisce l'importanza di un impegno comune per contrastare ogni forma di violenza di genere.
Giulia è la figlia ideale. Studia, disegna, sogna di vivere in una brughiera, colleziona scatole e regala sorrisi dolcissimi. Poi una sera scompare, inghiottita da una morte assurda: un femminicidio. Travolto dal dolore più atroce che un padre possa sopportare, Gino Cecchettin sceglie di non stare in silenzio, si interroga sugli esiti più efferati di una cultura patriarcale che ancora ci riguarda e trova le parole per ricordare chi era Giulia e cosa ha imparato da lei. In questa lunga lettera scritta insieme a Marco Franzoso, Gino ripercorre la sua storia di padre, i giorni della gioia e quelli del dolore. Commuove e invita a "costruire un'alleanza tra i sessi, anziché consolidare la prevaricazione di uno sull'altro". Ci esorta ad ascoltare le giovani e i giovani del nostro Paese e a lavorare insieme per costruire relazioni fondate sull'empatia e sul rispetto reciproco.
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Autore:
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Anno edizione:2025
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francesca 20 agosto 2025
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Wr 23 luglio 2025Commovente
Libro molto profondo
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thescreamoflove 15 aprile 2025Recensione a cura di @thescreamoflove
Alle volte le parole sono superflue, altre volte, invece, c’è il bisogno di dirle, urlarle, gridarle. Come in questo caso. I riflettori sulla violenza di genere, dopo il 25 novembre, spesso si spengono e che cosa ne rimane di tutto questo? Un silenzio assordante. Un silenzio che voglio riempire parlando di questo libro che chiunque dovrebbe leggere. Ogni genitore, ogni figlio, ogni educatore, ogni insegnante. Parliamone, parliamone tutti i giorni. Ascoltiamo, osserviamo. Molte, ancora oggi, sono le parole dette in modo sbagliato, i gesti fatti per denigrare, far male fisicamente e mentalmente. Non pensiamo a noi stessi, non giustifichiamo, non voltiamoci dall’altra parte. Ma siamo ognuno le braccia in cui l’altro si può rifugiare, diamo la forza a chi per paura, magari questa forza non ce l’ha. Non voltiamoci dall’altra parte, per timore o menefreghismo, ma teniamo la testa alta insegnando quotidianamente ai figli della nostra società il RISPETTO nei confronti di noi stessi e nei confronti dell’altro. Non ho nulla da aggiungere, se non consigliarvi la lettura di questo libro e dare un’occhiata a tutto ciò che questo padre ha fatto e fa ogni giorno attraverso la @fondazionegiuliacecchettin
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