Mentre leggi due storie di donne che si sviluppano in parallelo nel tempo ma hanno solo due fugaci momenti di intreccio nello spazio, pur essendo imprescindibili l'una dall'altra, ti chiedi: se fossi stata nei loro panni e nelle loro situazioni avrei agito,pensato,pianto,amato,litigato,recriminato,sofferto nello stesso modo? come avrei vissuto 'quella' maternità? cosa sarebbe stato per me il letto freddo di Daniel o quello caldo di Leonel? avrei provato i sensi di colpa di colei che cerca di tenerli a bada con il respiro, che peraltro ritiene la sua condanna, o avrei mostrato l'ostinazione di chi tenta disperatamente di convincersi e convincere di aver fatto qualcosa di indispensabile per stare bene? Sono due donne senza nome perchè sono la rappresentazione carnale delle sfaccettature più crude e realistiche dell'essere MADRE in un contesto sociale, quello messicano, in cui, come ha sottolineato l'autrice durante la presentazione del libro a cui ho assistito, la donna spesso è considerata solo in funzione della maternità e l'uomo è avulso dall' esserne coinvolto emotivamente. I personaggi maschili, infatti, ricalcano questo modello di uomo / non-padre, ben attenti a non farsi incastrare in quelle ' case vuote ' che non hanno alcuna intenzione di riempire di sostegno, vicinanza, empatia..in poche parole di amore. " E tutti, proprio tutti quegli uomini borbottavano senza nemmeno ascoltarsi e noi donne, confuse ma impavide, a guardarli, perchè è questo quello che ci tocca: essere le case vuote pronte ad accogliere la vita o la morte ma che, alla fine dei conti,sempre vuote rimangono " : amara, illuminante, desolata frase che racchiude il senso di questo romanzo profondo, problematico, emotivamente forte, in cui la prosa diretta, priva di fronzoli, a tratti cruda, ben esprime gli stati d'animo dei personaggi rendendoli assolutamente veri.
Case vuote
«Finalmente un romanzo che parla di cosa significa davvero essere madri» – Il Venerdì
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Anno edizione:2019
Case vuote
Oggi ho scelto per voi questo romanzo di Brenda Navarro, "Case vuote", Giulio Perrone editore. È un libro che analizza la maternità sotto vari aspetti. Siamo in Messico e un bambino sparisce in un parco mentre la madre è distratta; così mentre una casa si svuota della presenza di quel bambino difficile e in fondo non desiderato, un'altra madre lo accoglie ma la donna che lo ha rapito per colmare il suo profondo vuoto interiore è altrettanto inadatta a quel ruolo. È un libro che lascia l'amaro in bocca e fa riflettere.

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