"Chiodo della terra" è un romanzo corale ambientato a Catania, più precisamente tra i paesi ai piedi dell'Etna, nei giorni precedenti e durante un ipotetico scoppio del vulcano - non una semplice eruzione, a cui noi catanesi siamo abituati, ma un fenomeno di distruzione di proporzioni catastrofiche. La storia segue diversi punti di vista, alcuni personaggi hanno un legame familiare, altri no ma a un certo punto si troveranno a condividere spazi e momenti. E tutti questi personaggi hanno delle storie vere, angoscianti, viscerali. Sono voci con varie sfumature e che dipingono molte delle personalità che ancora vivono tra i paesi etnei (e non solo): il politico pronto a tutto pur di avere consensi, il padre di famiglia siculo che dà la sua vita per la religione, ma è pronto a trattare la moglie come una schiava e ripudiare il figlio perché omosessuale, giovani che scappano dalla propria terra perché lì non c'è spazio per loro. Queste voci si raccontano, si intrecciano e rinascono davanti all'esplosione del vulcano, che le mette davanti alle loro paure e le costringe ad affrontarle, a chiedere perdono, a redimersi. Lo scenario catastrofico mette in scena un angosciante "what if" e fa riflettere su quella domanda che tutti i catanesi si sono sentiti dire almeno una volta: "Ma non hai paura di vivere ai piedi di un vulcano?". Eppure per noi l'Etna è stata sempre "mamma" nonostante i terremoti, la terra, la distruzione. Ma cosa succede se questa madre ci tradisce? Emerge il nostro vero "io" e tutto ciò che ne consegue. Il pregio principale di questo romanzo è sicuramente la vividezza con cui descrive le emozioni umane, ti trasporta nella mente dei protagonisti e basta poco per immedesimarsi. Sicuramente è un libro che a chi vive l'Etna può interessare particolarmente, ma è un libro che può convincere tranquillamente ogni pubblico, anzi, ci porta all'interno di una Sicilia vera.
