Con “Il ciclone” Pieraccioni inaugura un ciclo di commedie romantiche e strampalate, caratterizzate da uno stile tutto personale e assolutamente nuovo per il cinema italiano. Ingredienti semplici sono quelli che hanno fatto di questo film un vero e proprio campione di incassi: un lavoro da ragioniere monotono ma affidabile, una famiglia bizzarra, gli amici di una vita sono le certezze su cui si fonda la vita di Levante, protagonista del film, interpretato dallo stesso Pieraccioni. A stravolgere irreversibilmente la vita non solo di Levante, ma anche dei personaggi che lo circondano, sarà l’incontro fortuito con un gruppo di ballerine di flamenco. Si tratta di una commedia spiritosa e leggera che lancia, allo stesso tempo, un messaggio importante: quando meno te lo aspetti, quando sembra essere arrivato il momento di abbandonare le speranze, ecco, proprio in quel momento, arriva il “ciclone”, quell’evento inaspettato in grado di stravolgerci la vita. È un invito a non perdere la speranza e ad avere fiducia in un avvenire migliore. Certo, il caso gioca un ruolo più che fondamentale nel far incrociare le strade di Levante e della sua cerchia con quella delle avvenenti ballerine, ma la magia del film è anche questa, abbandonarsi a sognare in grande, perché, in fondo, tutto è possibile.
