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Premi
2015 - Oscar [Academy Awards] - Miglior film
2015 - Oscar [Academy Awards] - Miglior regista - Alejandro González Iñárritu
2015 - Oscar [Academy Awards] - Miglior sceneggiatura originale
2015 - Oscar [Academy Awards] - Miglior fotografia
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sicuramente il film più maturo del regista, per sceneggiatura, per tecnica, per montaggio, e anche un film di grande valore assoluto, come testimoniato dagli apprezzamenti e riconoscimenti ricevuti. Permane il pessimismo del regista, manifestato negli altri suoi film, nella rappresentazione di personaggi soli, egoisti, chiusi. Eppure, in quest'opera, vediamo più umanità e speranza, forse anche perché rispetto ai film precedenti è più facile scoprire nei personaggi aspetti che potremmo ritrovare anche in noi o tra le persone che conosciamo. Bravissimi gli attori, in grado di esaltare all'ennesima potenza il lavoro del regista.
Birdman, quinto lungometraggio del regista messicano Alejandro González Iñárritu, prima ancora di essere una profonda riflessione sulla mercificazione dell'arte cinematografica, corrotta da logiche di consumo mainstream a discapito dei contenuti artistici ed espressivi, è anche una critica all'industria hollywoodiana, oltre ad essere la storia del declino morale e della decadenza della vita personale di un uomo: Riggan Thomson (Micheal Keaton) ex attore cinematografico noto al grande pubblico per aver interpretato in un blockbuster il supereroe Birdman, decide di adattare per il teatro le storie minimaliste di Raymond Carver, e quindi di dimostrare al pubblico e a se stesso di essere un vero "artista", capace anche di interpretazioni di livello. Tra improvvise e folgoranti allucinazioni della sua parte di coscienza che lo incoraggia tornare al cinema mainstream (incarnata da Birdman stesso) e la sua voglia di rimanere a Broadway si intrecceranno i suoi fallimenti personali e le storie degli altri personaggi che lo faranno dubitare delle sue scelte fino ad arrivare allo sconcertante ed enigmatico finale dalle molteplici interpretazioni. Immerso nelle sue atmosfere, a tratti quasi surreali e grottesche, che più che richiamare il minimalismo di Raymond Carver, ricordano molto per certi versi il realismo magico di Gabriel Garcia Marquez, e grazie anche ai dialoghi brillanti ed ad un ottima sceneggiatura, "Birdman" si rivela essere oltre che una profonda riflessione sul destino dell'industria cinematografica, e dell'arte in generale anche il preteso di Inarritù per raccontare i drammi della vita di un uomo, che vede nel teatro un riscatto per la sua carriera artistica e lavorativa. Ma prima di essere tutto ciò Birdman è sopratutto cinema puro, inteso nella sua essenza più assoluta: è bellezza e cura delle immagini, è sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi ed estetici tramite la tecnica di regia/montaggio dell'unico piano sequenza o l'uso poco convenzionale della colonna sonora (che tolta qualche traccia di musica classica, è composta prevalentemente da improvvisazioni di batteria jazz suonate da Antonio Sánchez), l'attenzione viscerale per la forma, così quanto per la sostanza sono sicuramente uno dei punti di forza indiscutibile di quest'opera. Ma la cosa di gran lunga più interessante di tutto ciò è certamente il fatto che Inarritu, non si limita ad eseguire un manieristico e barocco esercizio di stile, volto al virtuosismo registico fine a se stesso, ma ogni sua scelta estetica sopracitata ha una sua coerenza narrativa per le tematiche che vuole affrontare e la storia che vuole raccontare. Ed è così che affida la colonna sonora alle frenetiche improvvisazioni jazz per esprimere l'incessante fluire del tempo reso dal'unico piano sequenza, e decide di girare in questo modo poiché come lui stesso ha dichiarato "la vita non ha montaggio". E dal momento in cui Birdman racconta, come già detto, anche la vita di un uomo, era di certo l'unico modo per raccontare questa storia in maniera sperimentale e innovativa, ma anche più coerente del solito. Ma oltre all'eccezionale fotografia e all'impressionate sperimentazione che sta alla base di Birdman, va sicuramente lodato anche il cast, con interpretazioni sempre eccezionali in tutti i suoi componenti. In particolare va ricordato come Micheal Keaton, incarna nella sua carriera artistica reale quella del suo personaggio: anch'egli divenuto famoso per un ruolo di supereroe in un blockbuster, si ritroverà anni dopo scartato ed ignorato dalla maggior parte di produttori e registi. Ed è proprio in queste scelte simboliche, a tratti quasi meta-cinematografiche che risiede tutta la potenza di Birdman, che risulta dunque un opera complessa e sperimentale, e magari non adatta a tutti ma anche un autentico capolavoro.
Storia di un attore in declino, che cerca di rilanciarsi nel teatro. Un ottimo film, con fotografia e regia incredibili (le riprese si svolgono senza soluzione di continuità, un collegamento continuo da una scena all’altra: un’idea nuova, fresca e brillante). Un casting eccezionale. Persino Michael Keaton è evidentemente stato scelto di proposito (il paragone fra Birdman – Riggan Thompson/ Batman – Michael Keaton è inevitabile). Da vedere, ha meritato i 4 premi Oscar vinti.
Recensioni
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