La chiave di Sara

Nonni e nonne: da fare vedere prima ai nipoti intorno ai 30 anni e poi ai nipotini intorno ai 12 anni. Equivale a 6 mesi di lezioni all'università in scienze politiche ed a una sola gita scolastica caciarona.

Di questo film ho letto anche il romanzo, che ritengo più crudo e più straziante sotto molti aspetti, che per ovvi motivi non posso riportare, o farei spoiler. Se già il romanzo è tremendo sotto molti punti di vista, vedere trasposto su pellicola questo pezzo di storia francese (capitolo già affrontato in un altro film, rimasto però in sordina) è ancora più commovente. Come nel romanzo, la storia parte nel giorno del rastrellamento del 16 luglio 1942, quando Sarah e i suoi genitori vengono stipati (uso volutamente questo termine crudo) insieme a tanti altri ebrei francesi, nel velodromo d'inverno in condizioni disumane. A casa, Sarah ha nascosto suo fratello Michel con l'intenzione di salvarlo e proteggerlo dalla barbarie, ma la storia, e l'uomo, ha altri piani. Ai giorni nostri, Julia, giornalista americana naturalizzata francese, sta per trasferirsi con il marito Bertrand, nell'appartamento dei suoi suoceri, scoprendo per caso che quella casa era appartenuta proprio a Sarah e alla sua famiglia. Rimasta sconvolta, decide di intraprendere una ricerca personale volta al scoprire che cosa è successo alla famiglia Starzynsky, L'interpretazione di Kristin Scott Thomas è molto buona, ma ritengo la l'interpretazione della giovane interprete di Sarah sia stata eccellente. E' un film stupendo.

Ho acquistato un dvd per cui caratteristiche e aspetto estetico non li ritengo valutabili. Il film è molto bello; un'angolazione diversa per affrontare il tema dell'olocausto