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A mettere in fila i nomi che compongono il cast dell’ultima opera di Muccino ci si rende conto che almeno sulla fiducia Baciami ancora parte avvantaggiato rispetto ad altri film, e la predisposizione positiva con cui lo spettatore andrà a vederlo nasce dalla qualità degli attori e dal fatto che sia il seguito dell’amatissimo L’ultimo bacio. Se fossi colto da un attacco di buonismo potrei diplomaticamente concludere qui il mio commento; ma non avendo voglia di prendere in giro me stesso e chi leggerà questo articolo sento il dovere di continuare e di dire immediatamente che questa pellicola è decisamente poco riuscita. La sceneggiatura bislacca immerge le storie dei protagonisti nella “salsa soap-opera” riducendo all’osso ciò che era esattamente il perno fondamentale de L’ultimo bacio, l’interazione dei vari personaggi del film; gli attori sono lasciati in balia della loro bravura utile a mostrare i cambiamenti fisici ed emotivi che ci sono stati in dieci anni, ma troppe volte le scene si riducono a monologhi isterici che senza gestione narrativa rischiano di diventare gigioneschi e fini a sé stessi. Il montaggio è esageratamente forzato nei passaggi di situazioni, scontata dall’inizio alla fine l’evoluzione della trama anche nei cosiddetti colpi di scena, scelte banali a livello registico e scenografico: a mio parere la peggiore direzione di Gabriele Muccino. Per quanto riguarda la storia, difficile trovare qualcuno che ne esca fuori bene a livello morale: le donne ciniche ed egoiste all’inverosimile, gli uomini tutti martiri poco credibili anche se realisticamente ingenui e sognatori frustrati; più che crisi generazionale, di cui si poteva parlare per L’ultimo bacio, in Baciami ancora la situazione critica riguarda i valori e le convinzioni morali ed emotive, il rapporto di coppia divenuto più un rifugio sicuro, anche se non proprio come lo si desiderava, che una conseguenza naturale dell’amore, con il mutare e lo scemare dei sentimenti. Favino e Santamaria sono una spanna sopra gli altri nelle interpretazioni, e se la Puccini se la cava nonostante per tutto il film il ricordo della Mezzogiorno de L’ultimo bacio torni impietoso ad evidenziare la differenza tra le due, Sabina Impacciatore, Giorgio Pasotti (truccato da reduce del Vietnam) e Marco Cocci non deludono malgrado i solchi della sceneggiatura in cui inciampano i loro personaggi; comprimari di buon livello Adriano Giannini ma soprattutto Valeria Bruni Tedeschi, in un cammeo di piacevole spontaneità. Non l’ho dimenticato il protagonista; se ho lasciato per ultimo Stefano Accorsi è perché ciò che doveva misurare la riuscita di questo sequel era l’evoluzione del personaggio da lui interpretato, e non in quanto a invecchiamento e presa di responsabilità ma sul piano emotivo e di impatto scenico che l’interprete doveva infondere al protagonista: Baciami ancora è un film mediocre emblematicamente recitato da Accorsi nello stesso identico modo de L’ultimo bacio con la piccola differenza che la storia non è per nulla la stessa, le condizioni in cui avvengono i fatti sono altre e tutti intorno a lui hanno cambiato timbro interpretativo modificando, anche solo parzialmente, le maschere messe in scena, perché gli anni sono passati a dispetto della personalità o della mentalità che può rimanere intatta.
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