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Nello e Ruffetto sono due criminali e amici inseparabili ma anche perennemente perseguitati da un destino che pare non dar loro vie d’uscita. Ruffetto vive a casa dei suoceri con la moglie Anna e il figlio di otto anni. Nello frequenta la casa dell’amico e nel corso delle loro giornate i due iniziano a progettare quell colpo che potrebbe finalmente risolvere tutti i loro problemi. Il grande salto anelato dai due protagonisti non viene spiccato nè nella pellicola ma nemmeno a visione ultimata di un film che lascia con un forte senso di amaro in bocca per via dell’occasione sprecata. Tirabassi, cresciuto alla corte di Proietti, così come la suocera Paola Tiziana Cruciani, attore di teatro e di serie TV di successo, caratterista romano, esattamente come il suo sodale Ricky Memphis, entrambi con una forte carica empatica con il loro pubblico, non riesce in questa sua prima prova, pur sempre impreziosita dall’ultima sceneggiatura scitta a sei mani con il compianto Mattia Torre, a firmare una pellicola che si ricordi nonostante il tentativo di rinverdire a suo modo i fasti del neorealismo, del cinema di periferia e degli eterni sconfitti di Pasolini o quello più da commedia agrodolce alla Soliti Ignoti di Monicelliana memoria. Il tutto virato in salsa slapstick, con la sfortuna che sotto varie vesti perseguita i due protagonisti fino ad arrivare a scene ai margini dell’assurdo. Peccato perchè la coppia Tirabassi e Memphis già ampiamente vista in Distretto di Polizia, e pur passando dall’altra parte della barricata (da guardie a ladri sfortunati) funzionerebbe ampiamente ma al di là di qualche flebile risata e di camei piacevoli e gentilmente concessi da Marco Giallini, Valerio Mastandrea e Lillo la stessa sceneggiatura risulta alla fine debole e il risultato finale senza capo nè coda.
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