Il colpevole, ottimo thriller danese, vincitore del Sundance, film girato in tempo reale, pellicola sorprendente e articolata in cui due o più destini si intrecciano in maniera pressoché indissolubile. Asger Holm, come Locke (ripreso in macchina), è un uomo 'narrato' in un angusto spazio del centralino di emergenza. Un unico piano sequenza su questo agente di polizia che vive gli attimi più importanti della sua vita prima di un imprescindibile processo a suo carico. Come per il capocantiere inglese, anche il turno del poliziotto si sta concludendo noiosamente e stancamente, quando l'uomo riceve la telefonata di una donna che muterà l'esito della trama e lo porterà a prendere delle scelte personali e lavorative radicali. In un film in cui le regole si scontrano con la realtà, la giustizia con il senso di colpa, il senso con l'irrazionale, non ci può essere spazio per la redenzione. Le parche tessono i fili di un intricato destino fatto di fraintendimenti e di intermittenze telefoniche prima che sulla scena compaia in tutta la sua evidenza e chiarezza la "luce rossa" della colpa. Ormai il tempo per espiarle è finito e tocca pagare un conto non solo alla propria coscienza.
