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Quando un regista premio Oscar decide di girare un documentario su un musicista non è possibile giustificarlo unicamente con la passione personale che si prova per il lavoro dell’artista in questione: per far scattare la molla deve esserci l’interesse per la storia di un uomo, le sue radici, la curiosità nel scoprirle e raccontarle così da arrivare a comprendere la nascita e l’evoluzione di un dato modo di vivere e fare musica. Jonathan Demme scoprì la musica di Enzo Avitabile grazie ad un programma in radio mentre guidava la sua auto a New York, e da quel momento iniziò a procurarsi tutti i suoi dischi per conoscere e studiare una sonorità che non riusciva a collocare in un genere ben preciso ma che lo stregava per la capacità di unire ritmi popolari e universali con versi intensi e melodici. Determinato ad incontrarlo ne ha avuto l’opportunità in occasione di un viaggio a Napoli, e una volta conosciuto gli propose di girare un ritratto musicale su di lui. Nel giro di due anni il sogno di Demme è diventato realtà al ritorno nella città del golfo; per l’occasione Enzo Avitabile ha voluto accanto a lui amici musicisti di varie nazionalità che negli anni hanno collaborato ai suoi dischi e ai concerti (Eliades Ochoa, Luigi Lai, Trilok Gurtu, Gerardo Núñez, Ashraf Sharif, Amal Murkus, Djivan Gasparyan Trio, Hossein Alizadeh, Daby Tourè, Bruno Canino e Toumani Diabatè). Enzo Avitabile Music Life è un progetto che non vuole semplicemente celebrare l’arte di Avitabile mostrando le performance e facendo ascoltare la sua musica, ma tenta di esplorare la vita di un’artista imprescindibilmente legato alla propria città; così il racconto della musica di Avitabile, della sua infanzia, dell’apprendistato, degli studi, diventa uno sguardo sulla città di Napoli con tutte le ricchezze e le contraddizioni da cui nascono forme d’arte apprezzate in tutto il mondo. La world music di Enzo Avitabile dura da oltre trent’anni e dall’esordio discografico dell’82 con Avitabile fino all’ultimo lavoro del 2012 Black Tarantella la ricerca continua e la sperimentazione musicale sono state segno distintivo del sassofonista e compositore partenopeo. Il regista de Il Silenzio degli Innocenti dopo aver girato film-documentari su artisti come The Pretenders, New Order, Talking Heads, Bruce Springsteen e Neil Young , ha voluto che la sua macchina da presa immortalasse Napoli al ritmo della musica di Enzo Avitabile. Il documentario fu presentato nel 2012 alla 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e alla XIV edizione del Napoli Film Festival, accolto con entusiasmo e critiche sorprendenti
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