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Negli anni settanta il 90% dei film horror e gialli italiani sono debitori, chi più chi meno, di Dario Argento. La casa dalle finestre che ridono è una felicissima eccezione. Non ci sono scene splatter, non vi sono le morti violente e fantasiose che caratterizzano i film di Argento. Il film è ambientato nella campagna romagnola e potrebbe sembrare, e forse lo è, un’ambientazione insolita per un thriller. Eppure il film fa paura. E’ angosciante, sostenuto da un’ottima sceneggiatura (a cui ha collaborato anche M. Costanzo). Non aspettatevi spaventi improvvisi che fanno sobbalzare sulla poltrona; sulla poltrona rimarrete casomai ‘inchiodati’ sino al finale del film con un colpo di scena difficilmente prevedibile. Lino Capolicchio che interpreta il protagonista è una sorpresa tanto è nella parte. Pupi Avati è un regista eclettico che si è cimentato in (quasi) tutti i generi: commedia, drammatico, grottesco, musicale e thriller con esiti alterni. A mio avviso questo è uno dei suoi film migliori.
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