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La fotografia "cupa", a suggerire un ambiente drammatico, e la colonna sonora di Wojciech Kilar, con molti rimandi ai notturni di Chopin, rendono il film drammatico e straziante, ricco di silenzi contrapposti ai rumori struggenti della guerra. Basti pensare alla scena iniziale, colmata dal suono del pianoforte e poi interrotta dalle bombe. Oppure il silenzio nella scena della "retata" nella casa di fronte a quella dei nostri protagonisti, il silenzio… e poi le armi. Il regista dunque, sceglie di raccontare la storia senza tralasciare nulla: documenta le numerose barbarie dei tedeschi sugli ebrei, mostra i corpi massacrati ed umiliati, la disperazione, le urla di chi viene strappato alla propria casa, alla propria famiglia, la povertà e la fame. Non a caso molti personaggi, pur di mangiare, rubano il cibo o lo mangiano pure se per terra. In conclusione: la crudeltà delle scene, contrapposte alla docile musica di un pianoforte, sono un connubio perfetto che rendono quest’opera un piccolo gioiello.. E poi stamo a parlà de Polanski che t'aspettavi
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