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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2024
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Nel mondo dell’animazione giapponese anni ‘80 esiste il filone dei Meisaku, ovvero serie basate su grandi romanzi europei per bambini e ragazzi come “Heidi” e “Anna dai capelli rossi”, per citarne due tra i tanti. Hayao Miyazaki ai lidi degli anni 2000 trova una nuova freschezza in questa scia decidendo di produrre film d’animazione tratti da libri per ragazzi come “Il castello errante di Howl” o proprio “La città incantata” che ha permesso al regista di vincere un Orso d’Oro a Berlino e un Oscar. Sebbene quest’ultimo sia ispirato al libro già dalle prime pagine si capisce come i due siano completamente diversi. Rina ha 9 anni ed è una ragazzina come tante, che per una volta ha cambiato la destinazione delle sue vacanze estive su suggerimento del padre. Arrivata alla stazione trova una cittadina desolata e scopre che per raggiungere la Valle della nebbia deve passare in un bosco e proprio durante questa camminata, per inseguire l’ombrello caduto, la dolce protagonista si ritrova in un piccolissimo paesino davvero unico. L’inizio strizza l’occhio a numerose opere passate, come ad esempio “Alice nel paese delle meraviglie”, ma le assonanze non finiscono perché proprio come tali capisaldi della lettura per l’infanzia la storia porta tanti personaggi eccentrici e memorabili che porteranno tante piccole storielle che conducono tutte ad un unico scopo, quello di andare ad intessere una semplice e chiara avventura formativa per la protagonista che, trovandosi in uno dei momenti delicati della crescita, imparerà ad essere responsabile e come comportarsi in diverse situazioni, ma soprattutto imparerà come le buone azioni vengano ripagate e i momenti di generosità saranno talmente dolci e spontanei da scaldare il cuore del lettore più duro. Lo stile di scrittura è scorrevole e spontaneo, sembra che la storia si sviluppi da sola con semplicità e passa facilmente da un “lavoro” all’altro, mentre i tanti eventi che si susseguono sembrano magici e fatati pur non essendo proprio tali. Seppur sia incredibilmente troppo breve la storia è perfetta così soprattutto per il pubblico al quale e stata pensata. La vera pecca è sicuramente la cura dell’edizione, che vede lettere doppie, altre mancanti e alcune scambiate di posto, mentre ci sono parole ripetute o anche mancanti (senza contare un paio di occasioni in cui i nomi sono senza maiuscola!). Sono lacune e difetti che un lettore adulto può facilmente sopperire senza quasi accorgersi della loro presenza, ma indubbiamente non è così per coloro che dovrebbero leggere questo libro. Un piccolo grande romanzo formativo ben curato, in grado di catturare facilmente anche il lettore più sognatore. L’unico rammarico è l’uso di personaggi e leggende mitologiche giapponesi: se fossero state maggiormente presenti si sarebbe rivelato un buon libro per avviare i più giovani all’affascinante cultura nipponica, ma già così è un piccolo passo.
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