Bruno Gambarotta, scrittore poliedrico e di lungo corso, ricostruisce con precisione certosina le vicende del "furto del secolo" avvenuto il 26 giugno 1996 alle Poste centrali di Torino, avendo cura altresì di mantenere nella narrazione un adeguato livello di suspense al fine di incuriosire e coinvolgere i lettori. Altro motivo di fascino nella tecnica gambarottiana è quel naturale sense of humor utilizzato per commentare argutamente alcuni aspetti nodali. Attraverso le informazioni ricavate dalle indagini dei Carabinieri, dagli atti processuali e dagli articoli di giornale, l'autore rielabora in modo limpido l'intera inchiesta all'interno della quale inserisce, inoltre, notizie sulla vita e sul contesto sociale e familiare degli imputati nonché varie analisi sui loro aspetti psicologici salienti, mettendo in evidenza, in primis, la loro impellenza di cambiare vita, in nome di una megalomania che ha rappresentato il vero detonatore di tutta l'impresa criminale. Il piano in questione, anche se organizzato nei dettagli, non produce però gli effetti sperati, sia per alcune imperizie sicuramente imputabili al dilettantismo dei protagonisti, sia per il peso di sopraggiunti aspetti occasionali evidentemente estranei a qualsiasi previsione. Tra regolamenti di conti, colpi di scena, omicidi, fughe all'estero, miliardi rubati e tanti altri tasselli da ricomporre, il libro si configura come un giallo in cui, purtroppo, la realtà supera la fantasia.
Il colpo degli uomini d'oro. Il furto del secolo alle Poste di Torino
Giovedì 27 giugno 1996, ore 8 del mattino: alla direzione delle Poste di Torino i funzionari dell'Ufficio Cassa aprono i sacchi raccolti il giorno prima dalle varie sedi postali. Sono pieni fino all'orlo, è in scadenza il pagamento dell'ICI. Dentro però, invece del denaro, trovano fumetti di Topolino e pagine di libri scolastici tagliuzzati della misura delle banconote da 100 e 50.000 lire. Nel giro di recupero che fa il furgoncino blindato, preceduto e seguito da due auto di scorta, è successo qualcosa, anche se tutto sembrava andare liscio e nessuno si è accorto di niente. Quattro insospettabili – o forse di più? - e la 'ndrangheta, le fughe in Albania e Costarica e due cadaveri nascosti in un noccioleto della Val Susa, pistole del secolo scorso ancora fumanti, playboy di provincia e mogli gelose... Bruno Gambarotta ricostruisce la cronaca dettagliata del colpo sabaudo del secolo, una storia realmente accaduta che per molti mesi ha tenuto col fiato sospeso l'Italia. E lo fa lavorando sugli articoli della "Stampa", intervistando avvocati e pubblici ministeri, studiando le carte del processo. Una appassionante vicenda di nera raccontata come un romanzo giallo, dove le cose non sono mai quelle che sembrano.
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Romana Giaffei 28 novembre 2019
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